CGP- iti Angioy Centro di ascolto, informazione e attività creative dell'Istituto Tecnico Industriale G.M.Angioy di Sassari
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martedì 29 novembre 2011
giovedì 24 novembre 2011
25 novembre Giornata contro la violenza sulle donne 2011
Giornata Internazionale contro
la violenza sulle donne
per l’eliminazione di tutte le forme di
discriminazione delle donne
e per promuovere la parità di genere.

http://static.rbcasting.com/765-stai-zitta-cretina-la-parola-alle-donne.jpg
Violenza sulle donne: Sassari si mobilita
L’associazione noiDonne 2005 promuove a Sassari l’iniziativa "Un fiocco bianco per dire no alla violenza sulle donne", in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Giovedì 24 novembre dalle ore 18 in piazza Azuni sarà consegnato un fiocco bianco e un volantino che ricorda i contenuti dell'appello lanciato dalla Libera Università delle Donne.
Alla manifestazione hanno aderito: la Commissione per le Pari Opportunità della Provincia, il comitato Se non ora, quando? e il gruppo Amnesty International di Sassari. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999 ha istituito questa Giornata simbolica, invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno.
La Sardegna vanta dati in leggera flessione rispetto alla media nazionale per quanto riguarda il fenomeno della violenza globalmente inteso: su 100 donne 27% hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita, mentre in Italia si arriva a 31,9%. Ma se si vanno a verificare le forme della violenza fisica subita dal partner, l'isola si pone al di sopra della media nazionale per i casi di minacce di percosse, di percosse con l’ausilio di oggetti contundenti, tentativi di strangolamento, soffocamento o ustione.
Inoltre in Sardegna c’è una percentuale di tentato stupro del 24,9 % contro il 21,1% della media nazionale e un dato relativo a rapporti sessuali indesiderati subiti per paura delle conseguenze dell’81,1% contro il 70,5%. Di fronte a questi dati che riflettono un fenomeno per nulla di poco rilievo a livello regionale, le associazioni chiedono un impegno maggiore da parte della politica. Innanzitutto reintegrando i fondi «incredibilmente sottratti ai Centri antiviolenza e alle Case delle donne»; promuovendo azioni positive per la eguaglianza di genere e il rispetto in tutti gli aspetti e campi della società; oltre ad una maggiore presenza nelle campagne pubbliche di sensibilizzazione contro gli stereotipi dei ruoli familiari femminili.
https://www.amnesty.it/flex/
Violenza sulle donne: Sassari si mobilita
Giovedì 24 novembre dalle ore 18 in piazza Azuni sarà consegnato un fiocco bianco per ricordare la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne
Alla manifestazione hanno aderito: la Commissione per le Pari Opportunità della Provincia, il comitato Se non ora, quando? e il gruppo Amnesty International di Sassari. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999 ha istituito questa Giornata simbolica, invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno.
La Sardegna vanta dati in leggera flessione rispetto alla media nazionale per quanto riguarda il fenomeno della violenza globalmente inteso: su 100 donne 27% hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita, mentre in Italia si arriva a 31,9%. Ma se si vanno a verificare le forme della violenza fisica subita dal partner, l'isola si pone al di sopra della media nazionale per i casi di minacce di percosse, di percosse con l’ausilio di oggetti contundenti, tentativi di strangolamento, soffocamento o ustione.
Inoltre in Sardegna c’è una percentuale di tentato stupro del 24,9 % contro il 21,1% della media nazionale e un dato relativo a rapporti sessuali indesiderati subiti per paura delle conseguenze dell’81,1% contro il 70,5%. Di fronte a questi dati che riflettono un fenomeno per nulla di poco rilievo a livello regionale, le associazioni chiedono un impegno maggiore da parte della politica. Innanzitutto reintegrando i fondi «incredibilmente sottratti ai Centri antiviolenza e alle Case delle donne»; promuovendo azioni positive per la eguaglianza di genere e il rispetto in tutti gli aspetti e campi della società; oltre ad una maggiore presenza nelle campagne pubbliche di sensibilizzazione contro gli stereotipi dei ruoli familiari femminili.
https://www.amnesty.it/flex/
domenica 20 novembre 2011
SCIENZA E POESIA
Numeri e colori: l’ipereccitabilità cerebrale alla base della sinestesia
© Diego Lezama Orezzoli/CORBIS
07/02/2009
Il misterioso fenomeno di percezione di colori associati a numeri, lettere o parole risulta essere correlato a una risposta più pronta alla stimolazione magnetica delle aree che sovrintendono alla visione.
Potrebbe essere così spiegata la variabilità individuale nella contaminazione tra diverse esperienze percettive .
Potrebbe essere così spiegata la variabilità individuale nella contaminazione tra diverse esperienze percettive .
“A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu”: erano queste le associazioni tra lettere e colori scelte dal poeta Arthur Rimbaud nei celeberrimi versi della poesia Vocali, illustrazione esemplare del fenomeno della sinestesia grafemi-colori che viene studiato da psicologi e neuroscienziati di tutto il mondo, sulla base dell’idea che possa essere il frutto di processi profondi della nostra psiche.
L’ultimo studio in ordine di tempo è stato pubblicato sulla rivista “Current Biology” a firma di un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford coordinati da Devin Blair Terhune e mostra che coloro che sperimentano in modo particolarmente vivido questa contaminazione tra diverse percezioni mostrano una maggiore attività nelle aree cerebrali deputate alle visione.
Il risultato fornisce così un nuovo modo di considerare la sinestesia, che è quindi correlata a un’ipereccitabilità del cervello e potrebbe anche rappresentare un’occasione per comprendere meglio la variabilità individuale nei fenomeni percettivi.
“Molti di noi tendono a postulare che il mondo venga percepito da tutti nello stesso modo: la sinestesia è uno degli indizi che portano a ritenere che non sia affatto così”, ha spiegato Terhune. “La maggior parte delle persone non ha esperienze coscienti di colore quando guarda numeri, lettere e parole, così come le hanno i sinesteti: studiare questi soggetti può pertanto gettare una luce su meccanismi che governano l’attenzione cosciente”.
Precedenti studi hanno mostrato che i sinesteti che percepiscono colori insieme con i numeri e le lettere riescono meglio a discriminare tra i colori rispetto a individui con altri tipi di sinestesia. Da ciò è sorta l’ipotesi che il fenomeno sia da imputare a una corteccia visiva iperattiva.
Il gruppo di Terhune ha osservato nel corso della ricerca come le persone “normali” necessitano di una stimolazione magnetica della corteccia visiva tre volte più intensa rispetto ai sinesteti prima di percepire fosfeni (puntini luminosi anche in assenza di luce), flash di luce o altri disturbi della visione.
di Arthur Rimbaud A nera, E bianca, I rossa, U verde, 0 blu: vocali! Un giorno ne diro' le nascite latenti: A, nero vello al corpo delle mosche lucenti Che ronzano al di sopra dei crudeli fetori , Golfi d'ombra; E, candori di vapori e di tende, Lance di ghiaccio, brividi di umbelle, bianchi re; I, porpore, rigurgito di sangue, labbra belle Che ridono di collera, di ebbrezze penitenti; U, cicli, vibrazioni sacre dei mari viridi, Quiete di bestie al pascolo, quiete dell'ampie rughe Che alle fronti studiose imprime l'alchimia. O, la suprema Tuba piena di stridi strani, Silenzi attraversati dagli Angeli e dai Mondi: - O, l'Omega ed il raggio violetto dei Suoi Occhi! |
Il risultato fornisce così un nuovo modo di considerare la sinestesia, che è quindi correlata a un’ipereccitabilità del cervello e potrebbe anche rappresentare un’occasione per comprendere meglio la variabilità individuale nei fenomeni percettivi.
“Molti di noi tendono a postulare che il mondo venga percepito da tutti nello stesso modo: la sinestesia è uno degli indizi che portano a ritenere che non sia affatto così”, ha spiegato Terhune. “La maggior parte delle persone non ha esperienze coscienti di colore quando guarda numeri, lettere e parole, così come le hanno i sinesteti: studiare questi soggetti può pertanto gettare una luce su meccanismi che governano l’attenzione cosciente”.
Precedenti studi hanno mostrato che i sinesteti che percepiscono colori insieme con i numeri e le lettere riescono meglio a discriminare tra i colori rispetto a individui con altri tipi di sinestesia. Da ciò è sorta l’ipotesi che il fenomeno sia da imputare a una corteccia visiva iperattiva.
Il gruppo di Terhune ha osservato nel corso della ricerca come le persone “normali” necessitano di una stimolazione magnetica della corteccia visiva tre volte più intensa rispetto ai sinesteti prima di percepire fosfeni (puntini luminosi anche in assenza di luce), flash di luce o altri disturbi della visione.
“Siamo rimasti sorpresi dall’entità di questa differenza: i sinesteti del nostro studio hanno mostrato livelli significativamente più alti di eccitabilità corticale rispetto ai non sinesteti”, ha concluso Terhune. “Ciò potrebbe riflettere una differenza fondamentale tra i rispettivi cervelli”.
sabato 19 novembre 2011
La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 19-27 novembre 2011
http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/index.php
IL COMUNE DI SASSARI PARTECIPA ALLA SETTIMANA EUROPEA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI
http://www.comune.sassari.it/comune/ufficio_
ANCHE LA TUA SCUOLA PUO' PARTECIPARE! CLICCA QUI:
http://www.comune.sassari.it/comune/ufficio_stampa/novembre_2011/pc_solidale_poster.pdf
venerdì 18 novembre 2011
domenica 13 novembre 2011
IL FLUTTUARE DELL'ONDA- GIOCHI D'ACQUA E DI SUONI
GABRIELE D'ANNUNZIO
Nella cala tranquilla
scintilla,
intesto di scaglia
come l’antica
lorica
del catafratto,
il Mare.
Sembra trascolorare.
S’argenta? s’oscura?
A un tratto
come colpo dismaglia
l’arme, la forza
del vento l’intacca.

....
Altra onda nasce,
si perde,
come agnello che pasce
nel verde:
un fiocco di spuma che balza!
Ma il vento riviene,
rincalza, ridonda.
...
Palpita, sale,
si gonfia, s’incurva,
s’allunga, propende.
Il dorso ampio splende
come cristallo;
la cima leggera
s’arruffa
come criniera
nivea di cavallo.
L’onda si spezza,
precipita nel cavo
del solco sonora;
spumeggia, biancheggia,
s’infiora, odora,
Di spruzzi, di sprazzi,
di fiocchi, d’iridi
ferve nella risacca;
par che di crisopazi
scintilli
e di berilli
viridi a sacca.

...
Sciacqua, sciaborda,
scroscia, schiocca, schianta,
romba, ride, canta,
accorda, discorda,
tutte accoglie e fonde
le dissonanze acute
nelle sue volute
profonde,
libera e bella,
numerosa e folle,
possente e molle,
creatura viva
che gode
del suo mistero
fugace.
.....
Gabriele D’Annunzio, 1904
sabato 12 novembre 2011
CURZIO MALAPARTE - IL MARE/BESTIA
DA LA PELLE
“Il mare mi guardava fisso con i suoi grandi occhi imploranti, ansando come una bestia ferita, ed io rabbrividii. Era la prima volta che il mare mi guardava in quel modo. Era la prima volta che io sentivo lo sguardo di quegli occhi verdi gravare su me con una così pesante tristezza, con una tale angoscia, con un dolore così deserto. Mi guardava fisso, ansando, era proprio come una bestia ferita, aggrappata alla riva, ed io tremavo d’orrore e di pietà. Ero stanco di veder soffrire gli uomini, di vederli grondar sangue, trascinarsi per terra gemendo, ero stanco di udire i loro lamenti, quelle meravigliose parole che i morenti mormorano sorridendo nell’agonia. Ero stanco di veder soffrire gli uomini, gli animali, gli alberi, il cielo, la terra, il mare, ero stanco delle loro sofferenze, delle loro stupide e inutili sofferenze, dei loro terrori, della loro interminabile agonia. Ero stanco di avere orrore, stanco di avere pietà. Ah, la pietà! Avevo vergogna di avere pietà. Eppure tremavo di pietà e di orrore. In fondo al remoto arco del golfo, il Vesuvio sorgeva nudo, spettrale, i fianchi striati dalle unghiate del fuoco e della lava, e sanguinanti per le profonde ferite da cui sgorgavano fiamme, e nembi di fumo. Il mare, aggrappato alla riva, mi guardava fisso con i suoi grandi occhi imploranti, ansando: tutto coperto di scaglie verdi, come un immenso rettile. Ed io tremavo di pietà e di orrore, udendo il roco lamento del Vesuvio errante alto nel cielo.”
martedì 8 novembre 2011
7 NOVEMBRE 1917 LA RIVOLUZIONE SOVIETICA
Sono trascorsi 94 anni da quel 7 Novembre 1917 che segnò
l'inizio di una nuova era per tutta l'umanità.
7 novembre 1917 in Italia (data del calendario Gregoriano) , 25 ottobre 1917 in Russia secondo il calendario Giuliano.
7 novembre 1917 in Italia (data del calendario Gregoriano) , 25 ottobre 1917 in Russia secondo il calendario Giuliano.
Non era solamente il proletariato Russo che sconfiggeva,
per la prima volta nella storia dell'umanità,
il potere dominante,
il potere dominante,
ma si manifestava con un segno indelebile la necessità
storica ed ineludibile
storica ed ineludibile
dei Proletari, degli Oppressi e degli Sfruttati
del mondo intero,
del mondo intero,
di riscattare dalla loro posizione di classe la dignità
del lavoro salariato.
del lavoro salariato.
Allora, volgendo il loro pensiero ai rivoluzionari bolscevichi e
al loro partito Comunistaguidato da Lenin,
al loro partito Comunistaguidato da Lenin,
i Lavoratori compresero da subito
che si era giunti ad una svolta storica,
in cui il potere politico detenuto
fino a quel momento dalla classe borghese
non era invincibile,
non era invincibile,
anzi era possibile sconfiggerlo!
Proletari di Tutto il Mondo Unitevi!
Nel ricordo de
" I dieci Giorni che sconvolsero il Mondo"
Il 18 Febbraio (o 3 Marzo secondo il calendario moderno) 1917 nelle officine Putilov di Pietrogrado scoppiò uno sciopero ad oltranza: per ritorsione tremila operai furono licenziati. Gli scioperi di protesta si estesero a quel punto a valanga in tutte le altre industrie della capitale e il 23 Febbraio fu proclamato lo sciopero generale. Lo Zar Nicola II informato nel suo quartier generale a Mogilev degli avvenimenti, non rendendosi conto dell'enorme portata della protesta, diede l'ordine al generale Chabalov di “liquidare l'indomani stesso i disordini della capitale”.
Il 26 Febbraio un reparto del reggimento della guardia di Volinia aprì il fuoco sulla prospettiva Nevskij, dove era in corso una dimostrazione. Sessanta tra uomini e donne caddero morti sulla piazza: fu la scintilla che innescò la rivoluzione.
Il 26 Febbraio un reparto del reggimento della guardia di Volinia aprì il fuoco sulla prospettiva Nevskij, dove era in corso una dimostrazione. Sessanta tra uomini e donne caddero morti sulla piazza: fu la scintilla che innescò la rivoluzione.
La Russia, stremata da tre anni di guerra, si rese conto ben presto che le speranze di cambiamento riposte nel nuovo governo borghese erano rimaste tradite.
Lenin tornò in patria nell'aprile del 1917 ed espose alla conferenza del partito bolscevico le sue Tesi del 4 Aprile chiedendo che il proletariato abbattesse il governo provvisorio e affidasse “Tutto il potere ai soviet!”,
ma i menscevichi del governo provvisorio non lo presero sul serio.
Intanto però cresceva nelle campagne e tra le truppe l'odio contro Kerenskij, ministro della guerra, e aumentavano le simpatie per i bolscevichi che promettevano la pace.
Il 3 (16) luglio 1917 i dimostranti si recarono alla sede del partito bolscevico chiedendo l'immediato abbattimento del governo provvisorio e il passaggio dei poteri ai consigli degli operai e dei soldati.
Trotzki organizzò la rivolta guidando la neonata Guardia Rossa.
TROTZKI
Ma l'entusiasmo popolare si spense all'arrivo dei soldati della guardia fedeli al governo, i quali dispersero la folla e repressero la rivolta.
Il presidente del consiglio, il principe Lvov, emise mandati d'arresto contro tutti i capi del partito bolscevico. La sede del partito fu occupata, la redazione e la tipografia del giornale bolscevico Pravda devastate.
Lenin riuscì a fuggire in Finlandia travestito da operaio.
Dall'esilio riuscì ad organizzare la protesta dei bolscevichi in patria, i quali scatenarono a Mosca uno sciopero al quale aderirono quattrocentomila persone. Il popolo, stanco della guerra, chiedeva terra e pace.

Ma il piano del generale trapelò anzitempo, suscitando irritazione e sdegno tra la popolazione.
Kerenskij che aveva appoggiato Kornilov solo nella speranza di avere un alleato contro il pericolo bolscevico, lo accusò di alto tradimento. Il generale Kornilov si rifiutò di deporre il comando e ordinò al generale Krymov di marciare su Pietrogrado alla testa di un corpo di cavalleria.
Nella capitale Kerenskij perse la testa, dimostrandosi incapace di opporre la benché minima resistenza al tentativo di colpo di stato di Kornilov.
Il partito bolscevico prese in mano la situazione: insediò un consiglio di guerra in difesa della capitale, venticinquemila operai aderirono alla Guardia Rossa, vennero assemblati quasi duecento cannoni ed armati altri cinquemila operai.
Il generale Krymov si arrese a Kerenskij ed il colpo di stato di Kornilov fallì.
Lenin rientrò di nascosto a Pietroburgo il 10 (23) ottobre 1917 per orientare e guidare il comitato centrale alla conquista del potere. Due giorni dopo fu creato il Comitato Militare Rivoluzionario sotto la presidenza di Trotzki.
La sera del 24 ottobre (6 novembre) 1917 Lenin si recò all'istituto Smolnyi per organizzare la presa del potere: durante la notte le guardie rosse ed i soldati occuparono senza incontrare resistenza i ministeri, la banca nazionale, la centrale telefonica, le stazioni ferroviarie e tutti gli altri punti nevralgici di Pietrogrado.
Kerenskij riuscì a fuggire dalla capitale ma gli altri membri del governo provvisorio rimasero chiusi nel Palazzo d'Inverno nell'attesa disperata quanto vana dell'intervento dell'esercito.
Gli insorti accerchiarono l'edificio ed intimarono al governo di arrendersi entro mezz'ora, in caso contrario le navi da guerra avrebbero aperto il fuoco dei loro cannoni.
L'ultimatum non ebbe risposta e due ore dopo una cannonata a salve, partita dall'incrociatore Aurora provocò una sparatoria tra le due parti. Gli insorti penetrarono nel palazzo e in poco tempo disarmarono gli ufficiali.
Il 7 novembre (25 ottobre) 1917 nasceva l'UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOVIETICHE
ma i menscevichi del governo provvisorio non lo presero sul serio.
Intanto però cresceva nelle campagne e tra le truppe l'odio contro Kerenskij, ministro della guerra, e aumentavano le simpatie per i bolscevichi che promettevano la pace.
Il 3 (16) luglio 1917 i dimostranti si recarono alla sede del partito bolscevico chiedendo l'immediato abbattimento del governo provvisorio e il passaggio dei poteri ai consigli degli operai e dei soldati.
Trotzki organizzò la rivolta guidando la neonata Guardia Rossa.
TROTZKI
Ma l'entusiasmo popolare si spense all'arrivo dei soldati della guardia fedeli al governo, i quali dispersero la folla e repressero la rivolta.
Il presidente del consiglio, il principe Lvov, emise mandati d'arresto contro tutti i capi del partito bolscevico. La sede del partito fu occupata, la redazione e la tipografia del giornale bolscevico Pravda devastate.
Lenin riuscì a fuggire in Finlandia travestito da operaio.
Dall'esilio riuscì ad organizzare la protesta dei bolscevichi in patria, i quali scatenarono a Mosca uno sciopero al quale aderirono quattrocentomila persone. Il popolo, stanco della guerra, chiedeva terra e pace.

Il generale Kornilov, nominato comandante supremo dell'esercito, nell'illusione di annientare i bolscevichi e liquidare i soviet degli operai e dei soldati, il 19 Agosto (1 settembre) 1917 abbandonò Riga ai tedeschi e lasciò aperte al nemico le porte di Pietrogrado, per dirigere le proprie truppe contro la capitale, con l'intento di assumere il potere assoluto, con la complicità di Kerenskij che doveva proclamare lo stato d'assedio.
Ma il piano del generale trapelò anzitempo, suscitando irritazione e sdegno tra la popolazione.
Kerenskij che aveva appoggiato Kornilov solo nella speranza di avere un alleato contro il pericolo bolscevico, lo accusò di alto tradimento. Il generale Kornilov si rifiutò di deporre il comando e ordinò al generale Krymov di marciare su Pietrogrado alla testa di un corpo di cavalleria.
Nella capitale Kerenskij perse la testa, dimostrandosi incapace di opporre la benché minima resistenza al tentativo di colpo di stato di Kornilov.
Il partito bolscevico prese in mano la situazione: insediò un consiglio di guerra in difesa della capitale, venticinquemila operai aderirono alla Guardia Rossa, vennero assemblati quasi duecento cannoni ed armati altri cinquemila operai.
Il generale Krymov si arrese a Kerenskij ed il colpo di stato di Kornilov fallì.
Lenin rientrò di nascosto a Pietroburgo il 10 (23) ottobre 1917 per orientare e guidare il comitato centrale alla conquista del potere. Due giorni dopo fu creato il Comitato Militare Rivoluzionario sotto la presidenza di Trotzki.
La sera del 24 ottobre (6 novembre) 1917 Lenin si recò all'istituto Smolnyi per organizzare la presa del potere: durante la notte le guardie rosse ed i soldati occuparono senza incontrare resistenza i ministeri, la banca nazionale, la centrale telefonica, le stazioni ferroviarie e tutti gli altri punti nevralgici di Pietrogrado.
Kerenskij riuscì a fuggire dalla capitale ma gli altri membri del governo provvisorio rimasero chiusi nel Palazzo d'Inverno nell'attesa disperata quanto vana dell'intervento dell'esercito.
Gli insorti accerchiarono l'edificio ed intimarono al governo di arrendersi entro mezz'ora, in caso contrario le navi da guerra avrebbero aperto il fuoco dei loro cannoni.
L'ultimatum non ebbe risposta e due ore dopo una cannonata a salve, partita dall'incrociatore Aurora provocò una sparatoria tra le due parti. Gli insorti penetrarono nel palazzo e in poco tempo disarmarono gli ufficiali.
Il 7 novembre (25 ottobre) 1917 nasceva l'UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOVIETICHE
http://1917.org/
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