lunedì 28 febbraio 2011

BIODIVERSITA'

Biodiversità è la varietà degli esseri viventi che popolano la Terra, e si misura a livello di geni, di specie, di popolazioni e di ecosistemi. 
Una varietà incredibile di organismi, esseri piccolissimi, piante, animali ed ecosistemi tutti legati l’uno all’altro, tutti indispensabili. 
Anche noi facciamo parte della biodiversità e sfruttiamo i servizi che offre:  grazie alla biodiversità la Natura è in grado di fornirci cibo, acqua, energia e risorse per la nostra vita quotidiana.
ECOSISTEMI E BIOSFERA
Un insieme di organismi – piccoli, grandi,microrganismi,animali, piante, che vivono nello stesso ambiente ed hanno intessuto relazioni fra loro, positive o negative che siano- forma un ecosistema.
Gli ecosistemi sono come grandi organismi che ne contengono altri e comunicano fra loro, si scambiano energia e materia attraverso il suolo,l’aria, le acque.
Tutti gli ecosistemi contribuiscono a cambiare il clima, la composizione atmosferica e anche la struttura di tutta quella zona della terra, che è popolata dalla vita.

Questo insieme di viventi si chiama biosfera

DIVERSITA' DINAMICA 
 
La biodiversità è quindi tutto questo, cioè la diversità tra molecole  all’interno di una cellula, tra cellule in un organismo, tra organismi di una popolazione, specie diverse di un ecosistema ed ecosistemi della biosfera.
Tutti i sistemi viventi fanno parte della diversità, che non è statica ma cambia continuamente nel tempo.

Tutti i componenti vivi della biosfera cambiano per adattarsi di momento in momento alle modificazioni del pianeta. Questa capacità di diversità interna permette a tutti di modificarsi in modo da restare vivi, mentre la materia non vivente è “morta” proprio perché non si modifica in modo “attivo” al cambiare del contesto.

SENZA LA BIODIVERSITA’ 
LA VITA SUL PIANETA SCOMPARIREBBE


 IL DNA

Il DNA è una molecola costituita da quattro componenti che vengono detti basi azotate.
Due appartengono ad un gruppo di sostanze dette purine , gli altri alle pirimidine.
Nel DNA le basi formano sempre delle coppie costituite da una purina legata ad una pirimidina. 
Le coppie sono poi unite in verticale, a formare una doppia elica, da altre molecole che le collegano una all’altra, uno zucchero e un radicale fosforico.
Una molecola di DNA può quindi essere considerata come  una serie (stringa) di coppie di basi più o meno lunga, che ha funzioni diverse a seconda di come queste sono disposte.
Se chiamiamo A-T e G-C le coppie, possiamo avere due stringhe ambedue a composizione ATTGGCCCAT, che saranno uguali, ma diventeranno diverse se una di esse è cambiata in ATTGGCACAT.
La diversità tra due stringhe è data dal numero di basi diverse nella serie.

LA DIVERSITA’ GENETICA TRA DUE ORGANISMI
La diversità genetica tra due organismi si calcola quindi sul numero di basi diverse nei loro rispettivi DNA.
Le singole mutazioni possono coinvolgere molto più di una base, soprattutto se si tratta di organismi a molte cellule, come animali e piante.
Può succedere che frammenti  più o meno lunghi di DNA si perdano  o invece si duplichino.
Molte altre sequenze di DNA possono “saltare” da un punto ad un altro del corredo genetico, magari inserendosi in un gene che poi non funzionerà più.

Questi eventi avvengono continuamente, anche all’interno delle cellule del nostro corpo, mentre non cambia invece la quantità totale del DNA per cellula negli animali appartenenti alla stessa specie.
(Può cambiare nelle piante, ma generalmente non nella linea germinale (quella che dà origine agli ovuli e al polline e poi ai semi della generazione successiva.)


GLI ESSERI UMANI
Ogni cellula del nostro corpo contiene la stessa quantità di DNA e anche gli stessi geni tutti presenti in due copie: queste possono essere uguali o diverse nel senso che, ad esempio, io che ho gli occhi neri potrei avere una copia del gene per il pigmento azzurro e uno nero. Il gene per il pigmento ha allora due alleli (nero e azzurro) e che io li posseggo tutti e due anche se solo uno si manifesta (allele dominante). Se vivessi in Italia, dove la maggioranza delle persone ha gli occhi neri, potrei dire che ho nel mio patrimonio ereditario sia l’allele selvatico (nero)sia l’allele mutante(azzurro).
E io andassi a vivere in Svezia, dove la maggioranza delle persone ha gli occhi azzurri, sarei necessariamente un “mutante” mentre in Italia sono un “selvatico”.
Dato che il nostro DNA è moltissimo (quasi tre miliardi di basi), senza dubbio ognuno di noi ha sia alleli sevatici che mutanti, ossia alleli maggioritari e minoritari.

Una certa mentalità, spesso consolidata nella società, ritiene che il mondo sarebbe ottimale se tutti gli esseri umani fossero uguali e appartenenti alla stessa categoria dei “migliori”, ove per migliori  si intendono generalmente quelli più forti o quelli che lo diventerebbero eliminando gli altri.
Oppure ci sono quelli  che ritengono di dover “tollerare” la diversità, dimostrando comunque di considerare “noi” i “normali” e gli altri gli “anormali”.


QUESTE MENTALITA’ NON SONO CERTO AMMISSIBILI NELL’AMBITO DELLE LEGGI BIOLOGICHE, CIOE’ DELLA NATURA DEGLI ESSERI VIVENTI 

Nell’ambito biologico i “diversi” non sono certo soggetti indesiderati, pericolosi e da emarginare, bensì sono risorse fondamentali per tutti gli esseri viventi, nessuno dei quali è il migliore in assoluto mentre ognuno contribuisce in modo diverso alla ricchezza vivente del nostro pianeta


domenica 27 febbraio 2011

SULLA SCUOLA PUBBLICA

La profezia di Piero Calamandrei

pubblicato su facebook da Gabriella De Rosa il giorno domenica 27 febbraio 2011 alle ore 0.46

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
- rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
- attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
- dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!
Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. » la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […].Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell’art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato”. Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche […]. Ma poi c’è un’altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la “frode alla legge”, che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla […]. E venuta cos” fuori l’idea dell’assegno familiare, dell’assegno familiare scolastico.

Il ministro dell’Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a “stimolare” al massimo le spese non statali per l’insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private. Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno […].
Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica.Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l’arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l’arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! […]. Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito“.

Piero Calamandrei, 1950

Parte del discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell'Associazione a Difesa della Scuola Nazionale (ADSN) a Roma l'11 febbraio 1950.

martedì 22 febbraio 2011

COSA SUCCEDE NELL'AFRICA SETTENTRIONALE?

(PER ALTRE NOTIZIE SULL'ARGOMENTO VEDI L'ETICHETTA "AFRICA" E "LIBIA")




Tutto è cominciato in Algeria e Tunisia con quella che ai primi di gennaio è stata ribattezzata la rivolta del couscous
La fiammata dei prezzi delle materie prime alimentari sui mercati internazionali aveva reso improvvisamente più acuta la crisi dei due paesi nordafricani.


 Certo, nessuno avrebbe potuto immaginare un effetto domino tale da mettere in crisi alcuni tra i regimi più solidi del mondo arabo, da quello del tunisino Ben Ali a quello del rais egiziano Mubarak. Eppure così è stato. Anzi. La rivolta si è rapidamente estesa, anche grazie all'uso dei social network come twitter e facebook, fino al Golfo Persico. Ecco cosa è accaduto e sta accadendo in Nord Africa e nel Medio Oriente, a cominciare dalla Tunisia e, a seguire, negli altri paesi.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-02-21/atlante-rivoluzioni-tunisia-bahrain-175201.shtml

SI PARTE DALLA TUNISIA
A Sidi Bouzid, in Tunisia, 17 dicembre scorso, il venditore ambulante di verdure Mohamed Bouazizi, esasperato da vessazioni ed e umiliazioni, si dà fuoco in piazza. Morirà il 4 gennaio, in conseguenza delle ustioni.
La vicenda di Bouazizi avvia la "Rivoluzione dei gelsomini" in Tunisia.
A partire da dicembre si moltiplicano le proteste di strada in tutte le città del paese. 
I dimostranti chiedono la fine della dittatura ultraventennale di Zine El-Abidine Ben Ali e manifestano contro la corruzione di cui è intrisa la Tunisia, contro la disoccupazione , l'aumento dei prezzi e per una maggiore libertà,dopo un regime repressivo durato 23 anni.
Lo scontro si radicalizza (i morti saranno in tutto circa ottanta). Il 14 gennaio Ben Ali è costretto a scappare in Arabia Saudita e negli ultimi giorni si rincorre la notizia non confermata che l'ex dittatore sia morto a Jedda.
 L'atteggiamento dell'esercito ha avuto un ruolo di primo piano nell'accelerare la frana del regime, rifiutandosi di colpire i manifestanti e schierandosi dalla loro parte.
Il primo ministro Mohamed Ghannouci, cerca di guidare il paese verso elezioni nei prossimi mesi. 
Mentre la situazione rimane turbolenta, migliaia di tunisini cercano di sfruttare lo scompiglio per spiccare il balzo verso l'Europa.
Ghannouci ha impastato e rimpastato a più riprese il proprio governo e a inizio febbraio ha fatto sciogliere il Raggruppamento democratico costituzionale, il partito di Ben Ali di cui lui stesso è un veterano. 
Intanto numerosi movimenti politici di varia natura cercano la legalizzazione e la Tunisia rimane in una situazione fluida e parzialmente anarcoide di cui è difficile prevedere gli sviluppi. Ma la Rivoluzione dei Gelsomini ha innescato una serie di contraccolpi a catena in molti altri paesi della regione.

                                                                                               BEN ALI






ALGERIA
A partire da gennaio, l'Algeria ha assistito a varie proteste antigovernative che hanno portato in superficie il malessere che da tempo sobbolle nel più vasto paese del Maghreb. I principali motivi di malcontento sono la disoccupazione e la corruzione diffuse, l'aumento dei prezzi per i beni di prima necessità e il persistere di un quasi ventennale "stato di emergenza" e di pratiche di governo autoritarie. Nel mese di gennaio, alcuni algerini si sono autoimmolati, a imitazione del venditore ambulante tunisino Mohamed Bouazizi che, dandosi fuoco, aveva innescato la rivolta popolare nel suo paese.
Il presidente algerino,Abdelaziz Bouteflika, al potere dal 1999, ha cercato di calmare gli animi, promettendo che presto revocherà lo stato di emergenza.
I disordini nel paese continuano, anche se per ora non hanno avuto conseguenze dirompenti come in Tunisia, in Egitto e in Libia. Probabilmente ha il suo peso il ricordo dei massacri che sconvolsero l'Algeria negli anni Novanta, nel corso del conflitto stragista e fratricida (circa duecentomila vittime) seguito all'annullamento del risultato di elezioni vinte dal partito islamista Fis.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-02-21/algeria-171634.shtml




BAHRAIN
 In Bahrain, miniarcipelago indipendente nel Golfo Persico, sono in corso da alcune settimane grandi proteste di piazza contro il re Hamad bin Isa al-Khalifa, che infine hanno portato all'annullamento del Gran premio di Formula1.
  Il piccolo Stato petrolifero ha grande importanza strategica e ospita la Quinta Flotta della Marina militare americana, impegnata a "controllare" il dirimpettaio Iran e in operazioni di appoggio su fronti caldi come l'Afghanistan e l'Iraq.
Le manifestazioni, che si irradiano da Piazza della Perla nella capitale Manama, chiedono che la dinastia regnante promuova riforme politiche ben più sostanziali di quelle attuate con il prudentissimo restyling del 2002, anno in cui la monarchia assoluta si fece pallidamente costituzionale.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-02-21/bahrain-171840.shtml

lunedì 21 febbraio 2011

Cosa sta succedendo in Libia?

 (ALTRE NOTIZIE SULL'ARGOMENTO ALLE ETICHETTE "LIBIA" E  "AFRICA")
Libia, protesta raggiunge Tripoli, repressione violenta
POSSIAMO MERAVIGLIARCI  SE   IN    LIBIA E' SCOPPIATA UNA RIVOLUZIONE DI POPOLO 
CONTRO UN REGIME DITTATORIALE E SPREZZANTE DEI DIRITTI 
CIVILI ED UMANI?


Muammar Gheddafi (Sirte, 7 giugno 1942) è un politico libico, di fatto massima autorità del Paese, fregiandosi soltanto del titolo onorifico di Guida della Rivoluzione.

Capitano dell'esercito dall'età di 27 anni, insoddisfatto del governo guidato dal re Idris I, che giudicava troppo servile nei confronti di USA e Francia, il 26 agosto del 1969 guidò un colpo di stato militare contro il sovrano.
Il 1º settembre 1969 fu proclamata la Repubblica, guidata da un Consiglio del Comando della Rivoluzione composto da 12 militari di tendenze panarabe filo-nasseriane. 
Gheddafi, che nel frattempo era stato nominato colonnello, si mise a capo del Consiglio instaurando un regime dittatoriale in Libia.

Fece approvare dal Consiglio una nuova Costituzione, da lui definita araba, libera e democratica. In nome del nazionalismo arabo, egli nazionalizzò la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, espropriò ed espulse la comunità italiana residente nel paese, chiuse le basi militari statunitensi e britanniche.

La politica della prima parte del governo Gheddafi può essere definita come una "terza via" tra comunismocapitalismo e nella quale egli cercò di coniugare i principi del panarabismo con quelli della socialdemocrazia


In politica estera, egli finanziò l'OLP di Yasser Arafat nella sua lotta contro Israele
Inoltre, propose spesso un'unione politica tra i tanti Stati islamici dell'Africa
Gheddafi ebbe una svolta politica negli anni ottanta: la sua indole anti-israeliana e anti-americana lo portò a sostenere gruppi terroristi, quali per esempio l'irlandese IRA e il palestinese Settembre Nero. Fu anche accusato dall'intelligence statunitense, di aver organizzato degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia, ma egli si dichiarò sempre innocente. Si rese anche responsabile del lancio di un missile contro le coste siciliane, fortunatamente senza danni.
Divenuto il nemico numero uno degli Stati Uniti d'America, egli fu progressivamente emarginato dalla NATO. Inoltre, il 15 aprile 1986, Gheddafi fu attaccato militarmente per volere del presidente statunitense Ronald Reagan: il massiccio bombardamento ferì mortalmente la figlia adottiva di Gheddafi, ma lasciò indenne il colonnello, che era stato avvertito del bombardamento da Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio in Italia.

Il 21 dicembre del 1988 esplodeva un aereo passeggeri sopra la cittadina scozzese di Lockerbie: perirono tutte le 259 persone a bordo oltre a 11 cittadini di Lockerbie. Prima dell'11 settembre 2001 è stato l'attacco terroristico più grave. L'ONU attribuì alla Libia la responsabilità di questo attentato aereo e chiese al governo di Tripoli l'arresto di due suoi cittadini accusati di esservi direttamente coinvolti. Al netto e insindacabile rifiuto di Gheddafi, le Nazioni Unite approvarono la Risoluzione 748, che sanciva un pesante embargo economico contro la Libia, la cui economia era già in fase calante. Nel 1999, con la decisione della Libia di cambiare atteggiamento nei confronti della comunità internazionale, Tripoli consegnò i sospettati di Lockerbie: Abdelbaset ali Mohamed al-Megrahi fu condannato all'ergastolo nel gennaio 2001 da una corte scozzese, mentre Al Amin Khalifa Fhimah fu assolto.

Il 30 agosto 2008 Gheddafi e Berlusconi hanno firmato un trattato di Amicizia e Cooperazione, nella città di Bengasi
Il trattato è stato ratificato dall'Italia il 6 febbraio 2009 e dalla Libia il 2 marzo, durante una visita di Berlusconi a Tripoli
In base al trattato di Bengasi, l'Italia pagherà 5 miliardi di dollari alla Libia come compensazione per l'occupazione militare. In cambio, la Libia prenderà misure per combattere l'immigrazione clandestina dalle sue coste, e favorirà gli investimenti nelle aziende italiane. Il Trattato di Bengasi rappresenta il definitivo accoglimento da parte italiana delle rivendicazioni libiche in materia di risarcimenti per le vicende coloniali attraverso la costruzione di un’autostrada di duemila chilometri lungo la costa libica, con una spesa totale 3,5 miliardi di euro, bilanciata in modo solo parziale dalla chiusura del contenzioso con le ditte italiane danneggiate dalle decisioni libiche prese nel 1970, che ha un valore stimato di soli 600 milioni.
http://it.wikipedia.org/wiki/Mu%27ammar_Gheddafi


Negli anni '80, la Libia di Gheddafi si configurò come "stato-canaglia", sostenitore di gruppi terroristici quali l'irlandese IRA e il palestinese Settembre Nero. Gheddafi fu progressivamente emarginato dalla NATO e il 15 aprile 1986 Tripoli fu bombardata dai caccia americani (Secondo scontro aereo del golfo della Sirte), rispondendo con un attacco missilistico contro Lampedusa. Nel 1988, la Libia organizzò l'attentato di Lockerbie sul volo Volo Pan Am 103, che causò la morte di 270 persone. Con la risoluzione 748/92, l'ONU impose un embargo sulla Libia, finché essa non consegnerà gli imputati (5 aprile 1999) e non accetterà la responsabilità civile verso le vittime (2003).
La Jamāhīriyya si riavvicina alla comunità internazionale a partire dagli anni '90: con la condanna dell'Iraq nella Guerra del Golfo (1990), la mediazione tra Etiopia ed Eritrea, e l'opposizione ad al-Qa'ida (1999). Il 15 maggio 2006 gli Stati Uniti hanno riallacciato le relazioni diplomatiche interrotte 25 anni prima, togliendo la Libia dalla lista degli Stati Canaglia.
Nuove tensioni sono sorte dal 2008 tra la Libia e la Svizzera in seguito all'arresto a Ginevra del figlio di Gheddafi, Hannibal, mentre la relazione con l'Italia si è stabilizzata in seguito al Trattato di Bengasi, sempre del 2008. Dal Febbraio 2009 al Gennaio 2010, Gheddafi è stato eletto come Presidente di turno dell'Unione Africana.


La Libia è considerata da più parti come un regime autoritario, a causa della precarietà dei diritti umani nel Paese. Secondo l'Organizzazione non governativa Freedom House, nel 2009 la Libia è considerata un paese non libero (sono possibili, secondo l'ong, tre varianti: libero, parzialmente libero e non libero).
Secondo il rapporto annuale dell'Organizzazione non governativa Human Rights Watch il ministero libico della giustizia e i tribunali libici non "ricercano la giustizia e la verità".
Inoltre si registrano violazioni e discriminazioni ai danni delle tribù meridionali Tuareg e Tebu.
In Libia è in vigore la pena di morte.
Il 7 giugno 2010 la Libia ha chiuso l'ufficio dell'Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR). In Libia non è possibile chiedere asilo politico, e fino al 10 giugno l'Ufficio delle Nazioni unite sopperiva a questa mancanza. La decisione libica non è stata accompagnata da spiegazioni. Il ministro degli esteri libico ha dichiarato che l'Agenzia dell'ONU per i rifugiati svolge un'attività illecita.

 POSSIAMO MERAVIGLIARCI  SE   IN LIBIA E' SCOPPIATA UNA RIVOLUZIONE DI POPOLO 
CONTRO UN REGIME DITTATTORIALE E SPREZZANTE DEI DIRITTI CIVILI ED UMANI?

Sarebbero circa un migliaio i dimostranti uccisi a Tripoli, in Libia, durante le manifestazioni anti-regime. A dichiararlo a TMNews è il presidente della comunità del mondo arabo in Italia (Comai), Foad Aodi, CHE CONCLUDE COSI':

"E' caduto il Muro della paura nel mondo arabo, dopo il Muro di Berlino. E' iniziata la primavera della volontà del popolo. E' la rivoluzione della dignità umana ed economica, collettiva.
L'Italia e la comunità internazionale non possono trascurarla, e fare finta di nulla"
Giorgio Napolitano in una nota del Quirinale si è pronunciato contro “la cieca repressione” di queste ore: “Le violenze in Libia devono cessare e alle legittime richieste di riforme e di maggiore democrazia che giungono dalla popolazione, devono 
essere fornite risposte”.

giovedì 17 febbraio 2011

SE NON ORA QUANDO? A SASSARI IL 13 FEBBRAIO

(foto: SassariNotizie.com)
Dalle 11 in piazza d'Italia è stata gremita da circa tremila persone: donne, più o meno giovani, e tanti uomini. Insieme per la manifestazione "Se non ora, quando?" in contemporanea con tante altre piazze italiane. Contro l'immagine della donna-oggetto e per la rivendicazione dei diritti non solo sulla carta. Nessuna bandiera politica, solo un tricolore con un nastro rosa

http://www.sassarinotizie.com/fotogallery-45-3739-_se_non_ora_quando_.aspx

venerdì 11 febbraio 2011

GIOVANNI BOLLEA FONDATORE DELLA MODERNA NEUROPSICHIATRIA




il sei febbraio è morto a Roma all’età di 97 anni Giovanni Bollea, fondatore della moderna neuropsichiatria italiana; il merito più grande di Bollea è riconosciuto nella introduzione di terapie non farmacologiche e non violente per i bambini con problemi psichiatrici.
http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/387821/
La Stampa: Tutta la vita dalla parte dei bambini

Repubblica: Addio a Bollea
http://www.repubblica.it/persone/2011/02/06/news/bollea-12141202/?ref=HREC1-8

Giovanni Bollea (Cigliano, 5 dicembre 1913 – Roma, 6 febbraio 2011) è stato uno psichiatra e medico italiano, padre della moderna neuropsichiatria infantile.
Laureatosi in medicina nel 1938 si specializza in malattie mentali. Nel dopoguerra frequenta un corso di specializzazione a Losanna di psichiatria infantile che lo porta negli anni cinquanta a rivoluzionare la neuropsichiatria infantile italiana, introducendo per la prima volta la psicoanalisi, la psicoterapia di gruppo e il lavoro d'équipe nella storica clinica universitaria di Roma, dove sulla porta di entrata si legge ancora il suo nome.
Bollea fu fondatore e direttore dell'Istituto di neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli a Roma e primo presidente della Società italiana di neuropsichiatria infantile, nonché promotore di innumerevoli iniziative a favore dell'infanzia. Nel 2003 ricevette la laurea honoris causa in Scienze dell'educazione dell'Università di Urbino e nel 2004 gli fu conferito il premio alla carriera al Congresso mondiale di psichiatria e psicologia infantile di Berlino. Fu membro del Comitato d'Onore del Premio UNICEF - dalla parte dei bambini sin dalla sua istituzione nel 1999.
Oltre al compendio di neuropsichiatria infantile ed a più di 250 lavori, ha pubblicato il bestseller Le madri non sbagliano mai (Feltrinelli).
E' morto il 6 febbraio 2011, al Policlinico Gemelli, dove era da tempo ricoverato .


Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana


— 20 febbraio 2007. Di iniziativa del Presidente della Repubblica.[2]
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Bollea

martedì 8 febbraio 2011

essere rivoluzionari


"A un bambino bisogna insegnare a essere un rivoluzionario, nel senso di cercare sempre il bene maggiore da donare agli altri per migliorarne l’esistenza. Lo scopo della vita non può essere accumulare denaro, ma creare rapporti d’amore".
Giovanni Bollea   

lunedì 7 febbraio 2011

GLI STORNELLI E LE ANIME DEI LUSSURIOSI

DIVINA COMMEDIA  INFERNO   CANTO V



E come li stornei ne portan l'ali


nel freddo tempo, a schiera larga e piena,


così quel fiato li spiriti mali






di qua, di là, di giù, di sù li mena;


nulla speranza li conforta mai,


non che di posa, ma di minor pena.


FOTO SCATTATE ALLO STAGNO DI PLATAMONA