venerdì 1 giugno 2012

LA SIEPE E IL MURO / LEOPARDI E IL NOVECENTO

IL LEOPARDISMO NEI POETI DEL NOVECENTO


L'INFINITO

«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura.
E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare
»

Giacomo Leopardi




La siepe è il FILTRO  attraverso il quale una visione imperfetta della realtà permette alla mente di fingere e creare l’illusione dell’infinito e dell’eterno.


E' un'idea SUBLIME superiore ai limiti della RAGIONE umana, limiti invalicabili della MATERIA oltre i quali non c'è che il NULLA. Raggiungere con la mente il concetto di infinito è quindi come superare l'impossibile,come giungere a Dio, e scoprire nel momento stesso l'ABISSO nel quale NAUFRAGARE accorgendosi del suo NON ESSERE.

Eppure nel romanticismo

 -anche il più pessimistico come quello leopardiano –
                    sono fondamentali i valori ideali
                      le passioni

                      l’amore, la bellezza, l’eroismo

NEI POETI DEL NOVECENTO IL PESSIMISMO DIVENTA ANCORA PIU' TOTALE:

 IL MALE DI VIVERE 

E' DETERMINATO DAI SENSI DI COLPA DEL FASCISMO E DELLE GUERRE MONDIALI, DEGLI ORRORI VISSUTI,

 E LA SOCIETA' INDUSTRIALIZZATA E CAPITALISTICA

 TOGLIE OGNI SPERANZA DI SALVEZZA.

LA SIEPE DIVENTA UN MURO INVALICABILE 

TRA LA VITA TERRENA CON I SUOI DOLORI E LA SUA INUTILITA' 

E L'ILLUSIONE DI UN MONDO DI LIBERTA' SPIRITUALE, 

DI BENE E DI PACE, 

CHE E' IRRAGGIUNGIBILE


Giorgio Caproni 




da  Il muro della terra
Anch’io

Ho provato anch’io.
È stata tutta una guerra
d’unghie. Ma ora so. Nessuno
potrà mai perforare
il muro della terra.





Nella poesia di Caproni la siepe si è trasformata in un MURO impenetrabile
e la vita una GUERRA VANA 
MURO = TERRA = MATERIA
Il muro separa la vita terrena da un mondo spirituale  al di là della materia , ma ci isola anche dagli altri e da noi stessi, ci rende impossibile la conoscenza,
 ci condanna alla incomunicabilità ed alla alienazione




Meriggiare pallido e assorto


Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d’orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi

Nelle crepe del suolo o su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano

a sommo di minuscole biche.



Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia

Eugenio Montale








MURO =limite tra reale e irreale, materia e spirito
PAESAGGIO BRULLO E ASSOLATO =vita umana, dolore, angoscia
STERPI-FRUSCI-PRUNI-SCHIOCCHI=fonosimbolismo= angoscia
FORMICHE= gli esseri umani,vanno e vengono,di qua e di là, piccoli e inutili in continuo agitarsi
MARE LONTANO E PALPITANTE=sogno speranza vana di felicità e libertà irraggiungibile (si intravvede in lontananza, come l’orizzonte oltre la siepe per Leopardi- ma come per Leopardi la visione è illusoria)
COCCI AGUZZI=in cima al muro rappresentano l’impossibilità di oltrepassarlo, e suggeriscono lacerazioni e sofferenze che accompagnano ogni tentativo
SOLE ABBAGLIANTE= incapacità di vedere, di trovare la via; l’uomo è accecato spesso dalla troppa convinzione di sapere, paradossalmente dalle troppe certezze