martedì 22 dicembre 2009

“Il tuo sorriso” di Pablo Neruda




Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

mercoledì 9 dicembre 2009

NO B DAY - 5 DICEMBRE 2009

Riceviamo questo articolo - da una studentessa del Liceo Scientifico Marconi di Sassari- che volentieri pubblichiamo


OGGI SIAMO TUTTI UN PO' EROI

Per Berlusconi Vittorio Mangano è un eroe. Quelli sono i tuoi eroi! I nostri eroi hanno un altro nome, si chiamano: Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cusina. Sono i ragazzi che facevano la scorta a Paolo. Ragazzi che come tanti altri si erano messi in fila dietro la sua porta per chiedergli di fare la sua scorta. Erano servitori dello Stato che si mettevano in fila per andare a morire. Andate dai vostri eroi! Andate sulla tomba di Vittorio Mangano a mettere le vostre corone. Le mie agende rosse non vi faranno mettere più piede in via d’Amelio! E sono questi i ragazzi con cui noi faremo la scorta a quei giudici che finalmente stanno cercando di togliere il velo su queste stragi. Questi giudici non ce li potranno uccidere! Perché queste persone noi le onoriamo e di loro abbiamo fiducia. Che Berlusconi vada via dall’Italia. Vogliamo che in questo Paese si ritorni a sentire il fresco profumo di libertà che oggi sento in questa piazza”.
Con queste parole, sventolando “ l’agenda rossa”di Paolo, Salvatore Borsellino concludeva il discorso più commovente pronunziato in occasione del No Berlusconi Day, sul palco di piazza San Giovanni.
Qui, a Roma, ad ascoltare il fratello del grande giudice dell’antimafia, il 5 dicembre, non importa se 90mila o 1milione, eravamo comunque tantissimi. La maggior parte, i più giovani, si sono dati appuntamento online e si sono ritrovati in piazza dimostrando che esiste un nuovo canale di comunicazione che sfugge al controllo del signor B, del Biscione televisivo. Così è nato il "No B day", la manifestazione nazionale "per chiedere le dimissioni di Berlusconi", ideata da un gruppo di blogger e alimentata su Facebook, come protesta agli attacchi del premier al Quirinale ed ai giudici della Corte Costituzionale, dopo la sentenza sul Lodo Alfano.
Il popolo di internet, si è liberato dall’omologazione dei mass-media ed è stanco di questa democrazia passiva, che toglie ogni iniziativa e responsabilità ai cittadini e che si affida totalmente alle decisioni del capo. Oggi la generazione dei giovani si ribella ad un’idea della politica cinica e prepotente, secondo la quale a chi sta dalla parte del potere tutto è lecito. Forse ci volevano certi eccessi per farci ricominciare a sognare e lottare ancora per gli ideali , acquistando così impegno e responsabilità per diventare adulti.
Il corteo, partito da piazza Repubblica, era una grande distesa viola punteggiata di  diverse bandiere. Il viola, scelto perché non appartenente a nessun partito, fa da collante tra i diversi colori della politica, in quanto rappresenta il disagio che accomuna tutti e la spinta ad agire insieme, tanti e uniti . Una marea, che voleva essere "apartitica e pacifista"-  eppure scortata da un numero impressionante  di poliziotti e carabinieri - da piazza della Repubblica si è riversata in piazza del Popolo e poi in piazza San Giovanni, per assistere al concerto organizzato grazie all'aiuto dei 3mila artisti del gruppo "Artisti - No Berlusconi Day". E’ stata una grande festa che si è conclusa col concerto di Roberto Vecchioni , dopo che sul palco si sono alternati Dario Fo e Franca Rame, Ascanio Celestini e Moni Ovadia, il regista Mario Monicelli, il costituzionalista Domenico Gallo, Salvatore Borsellino, i ragazzi del "No Ponte", i lavoratori dell'Eutelia; sono anche intervenuti in collegamento video Margherita Hack e Giorgio Bocca.
Un enorme striscione viola grida tra la folla: 'Berlusconi dimissioni'. "Si fa solo i c... suoi e a pagare siamo noi" gridano i manifestanti. Un cartello risponde: «La migliore manifestazione degli ultimi 150 anni», parafrasando un'affermazione dello stesso Berlusconi. Un altro esorta: "Fuori la mafia dalle istituzioni"; uno dall’accento sardo invita:“Pussa via puzzone”. Grida il rosso delle copie dell'agenda di Paolo Borsellino che tanti sventolano.
Il grido echeggia oltre i limiti delle piazze romane e diventa internazionale. Manifestazioni parallele sono state organizzate in 45 città del mondo, tra cui Londra, Barcellona, Amsterdam, Dublino, Parigi, Vienna, San Francisco, Montreal e Sacramento. Berlusconi costituisce una gravissima anomalia nel quadro delle democrazie occidentali ed i cittadini europei insieme ai tantissimi emigrati italiani si mobilitano in difesa della libertà di espressione che sembra dimenticata in Italia, come testimoniano gli attacchi di Berlusconi alla stampa libera, alla satira, alla Rete. Il presidente del consiglio deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davanti ai Tribunali della Repubblica dalle accuse che gli vengono rivolte.
Quando la festa è finita ognuno è tornato alle proprie case, qualcuno è salito sull’aereo per tornare in Sardegna , la nostra isola non più tanto selvaggia e incontaminata, profanata dalle colate di cemento , dal turismo di lusso, dai teatrini dei vip e dalle facili promesse, dove Berlusconi fa da padrone e dove tanti operai si incatenano ai cancelli delle loro fabbriche che chiudono e nessuno li vede.
E ora? Queste energie nuove, dei giovani del web, non devono disperdersi , insieme a quelle dei vecchi Borsellino, Ovadia, Fo, che dal palco hanno seminato la loro saggezza su chi finalmente apriva le orecchie ad ascoltare e riceveva la loro preziosa eredità.
E noi ora ci sentiremo tutti un po’ “eroi”, pronti a scendere ancora in piazza a manifestare per la libertà, ma soprattutto più convinti che una società giusta si costruisce con l’impegno e l’onestà .
                                                                                                                                                                         Antonella Panu



giovedì 3 dicembre 2009

3 DICEMBRE - Giornata ONU dei Diritti delle Persone con disabilità

A PROPOSITO DI DISABILITA'

IL TESTO DI QUESTA CANZONE DI DE GREGORI
presenta la figura di un reduce di guerra, "del Vietnam o della Corea", ha detto l'autore, che sogna di poter vincere la propria solitudine esistenziale, grazie all'amore e al sogno. L'uomo sogna Atene ("è la culla della nostra civiltà" secondo De Gregori) ma sotto la neve, simbolo del gelo metaforico che lo avvolge e l'ospedale militare dove gli misero una gamba di legno al posto dell'arto perso in guerra e va a Parigi, dove cammina, zoppicando, lungo gli Champs-Élysées, incontro alla sconfitta definitiva, ma in piedi. La vicenda si snoda per associazioni, proprio come in un sogno, su di una musica morbida e lenta.


ASCOLTA LA CANZONE SU YOUTUBE:     http://www.youtube.com/watch?v=hEVbuZuEe8o


De gregori      GAMBADILEGNO A PARIGI


E allora sognò Atene
e la sua bocca spalancata
E la sua mano da riscaldare
e la sua vita stonata
E quel suo mare senza onde
e la sua vita gelata
E allora sognò Atene
sotto una nevicata

Guardalo come cammina
ballerino di samba
E come inciampa in ogni spigolo
innamorato e ridicolo
Come guida la banda
come attraversa la strada
senza una gamba

Portami via da questa terra
da questa pubblica città
Da questo albergo tutto fatto a scale
da questa umidità
Dottoressa chiamata Aprile
che conosci l'inferno
Portami via da questo inverno
portami via da qua

E allora sognò Atene
e l'ospedale militare
Ed i soldati carichi di pioggia
e un compleanno da ricordare
Ed un ombrello sulla spiaggia
e un dopoguerra sul lungomare
E allora sognò il tempo
che lo voleva fermare

Guardalo come cammina
Lazzaro di Notre Dame
Come sta dritto nella tempesta
alla fermata del tram
Chiama un tassì si mette avanti
dai Campi Elisi alla Grande Arche
Gambadilegno avanti avanti
avanti marsch!






Integrazione ! No grazie
Vi sono 3 concetti per spiegare l’evoluzione del rapporto

tra rispetto dei diritti delle persone con disabilità e approcci della società nel garantirne la forma della loro

partecipazione alla vita sociale.



Concetti, su cui il dibattito internazionale ed i più recenti documenti delle Nazioni Unite hanno chiarito il senso:


INSERIMENTO: è l’approccio che riconosce il diritto delle persone con disabilità ad avere un posto nella società, ma che si limita ad inserirle in un posto spesso separato dalla società (per es. un istituto o una classe speciale) o in una situazione passiva (quello che nel movimento delle persone con disabilità chiamiamo tappezzeria). La decisione su “dove” debbano vivere e “come” debbano essere trattate non è presa dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie, nel caso non possano rappresentarsi da sole
INTEGRAZIONE: è il processo che garantisce alle persone con disabilità il rispetto dei diritti all’interno dei luoghi ordinari, senza però modificare le regole e i principi di funzionamento della società e delle istituzioni che li accolgono. Vi è dietro questa impostazione ancora una lettura basata sul modello medico della disabilità (tali persone sono malate, invalide, limitate e la disabilità viene considerata una condizione soggettiva causata dalle minorazioni; le persone con disabilità vanno tutelate sulla base di un intervento speciale, vedi per es. insegnante di sostegno). Prevale l’idea che le persone con disabilità siano speciali e vadano sostenute attraverso interventi prevalentemente tecnici.
INCLUSIONE: è il concetto che prevale nei documenti internazionali più recenti.

La persona con disabilità è considerata cittadino

a pieno titolo e quindi titolare di tutti i diritti

come gli altri cittadini.


Viene però riconosciuto che

la società si è organizzata in maniera tale da creare ostacoli, barriere e discriminazioni, che vanno rimosse e trasformate.

La persona con disabilità entra quindi nella comunità con pieni poteri e ha il diritto di partecipare alle scelte su come la società si organizza, sulle sue regole e sui principi di funzionamento

lunedì 16 novembre 2009

DIRITTI UMANI



I diritti umani sono i diritti che appartengono all'uomo in quanto tale. 
Quindi, il diritto alla vita e all'integrità fisica,
che si oppone a ogni forma di uccisione individuale o di massa
e ad ogni forma di oppressione, tortura, 
incarcerazione senza processo. 
Da questo diritto generale 
alla vita discendono 
tutta una serie di altri diritti, per consentire all'uomo di poter vivere,
quindi il diritto all'eguaglianza senza discriminazioni, al lavoro, al nutrimento, alla salute, all'educazione. 
Per estensione, anche i 
possono essere compresi fra i diritti umani, 
in particolare nei Paesi in cui essi non vengono riconosciuti o vengono limitati.


http://www.pbmstoria.it/dizionari/dizcittadino/lemmi/157.htm

ROMA 16 NOVEMBRE 2009 VERTICE FAO SULLA FAME NEL MONDO


Vertice Fao, mancano i paesi ricchi. Benedetto XVI: basta speculazioni sui prodotti alimentari

Ogni anno circa sei milioni di bambini muoiono per fame e denutrizione




L'organizzazione per l'alimentazione
e l'agricoltura dell'Onu fotografa una situazione tragica,


in cui le cause di mortalità infantile restano malattie curabili come la dissenteria, la polmonite e la malaria. 
Oggi nel mondo sono 852 i milioni di persone che soffrono di fame, di cui 815 nei paesi sottosviluppati, 28 in quelli in transizione e 9 nei Paesi industrializzati.

Se fame e malnutrizione sono le cause della povertà, dell'analfabetismo e degli alti tassi di mortalità, il rapporto dell'agenzia Onu si sofferma sulla necessità di mettere in pratica le politiche di aiuto utili per combattere la fame nel mondo, obiettivo del World Food Summit (Wfs) del 1996 e uno degli obiettivi del millennio (Mdg), da realizzare nel 2015.
 
Il vertice dalla FAO,  l'organizzazione dell'Onu che combatte la fame nel mondo, sulla sicurezza alimentare si è aperto oggi a Roma.

Si rischia il nulla di fatto, malgrado il monito di Benedetto XVI che alla platea di capi di Stato e di governo sottolinea la vergogna di un mondo che di fronte alla fame non nasconde "opulenza e sprechi".

Assenti i Paesi ricchi - L'Occidente si nota solo per la sua assenza. 

Il Papa sostiene che la fame non dipende dalla questione demografica :
- Il numero delle persone che soffrono la fame sta subendo una "drammatica crescita"  nonostante la terra sia in grado di "nutrire a sufficienza tutti i suoi abitanti". 
Questo dimostra come non vi sia alcuna relazione di "causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame", ha detto Ratzinger, che ha indicato "nell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, nella diminuzione di disponibilità economiche delle popolazioni più povere e nel limitato accesso al cibo" le cause della fame.


 Il direttore generale della Fao Jacques Diouf :  Muore di stenti un bambino ogni sei secondi -
I governi mondiali hanno abbassato la guardia sulla sicurezza alimentare e "si stanno invece ancora addensando quelle ombre che hanno portato alla crisi precedente", mentre il dramma della fame affligge oltre un miliardo di persone.


 Accorato appello del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon: 
oggi moriranno più di 17mila bambini -  "Oltre 17mila bambini moriranno oggi di fame: uno ogni cinque secondi, 6 milioni in un anno. Il mondo ha cibo più che sufficiente" ha osservato Ban, "e nonostante questo oltre un miliardo di persone sono affamate. Questo è inaccettabile".


 le accuse di Gheddafi - Il leader libico ha denunciato "la palese ipocrisia" delle potenze coloniali, che hanno "saccheggiato" e fatto "man bassa" delle risorse di interi continenti come l'Africa, l'Asia e l'America Latina causando miliardi di affamati. Durante il suo discorso al summit Fao sulla sicurezza alimentare in corso a Roma, Gheddafi ha avvertito come sia arrivato il momento che "le potenze coloniali compensino quanti sono stati saccheggiati: non chiediamo un'elemosina ma rivendichiamo un nostro diritto". 

Berlusconi non sa far meglio che dire una barzelletta.

Approvato per acclamazione il documento finale - La bozza del documento finale del vertice sulla sicurezza alimentare prevede cinque azioni da mettere in campo per combattere la fame e chiede anche ai governi di assicurare ai Paesi in via di sviluppo i soldi promessi:
1- investire nei programmi di sviluppo rurale predisposti dai singoli governi.
2-implementare il coordinamento strategico a livello nazionale, regionale e globale per migliorare la governance
3-promuovere una migliore collocazione delle risorse.
4-continuare a studiare le buone pratiche per promuovere investimenti responsabili nell'agricoltura internazionale.


16 novembre 2009

I GIOVANI E LA SCUOLA

I giovani non conoscono il passato e non sognano il futuro
così sprecano se stessi consumando l’eterno presente 
Chi ricorda e chi progetta non consuma quanto deve - L’hic et nunc, il qui e adesso, domina imperialmente. Il sapere come accumulo di esperienze, come somma di infinite avventure umane, è sbranato dall’attimo fuggente, che si presenta come pura emozione priva di premesse e di conseguenze. Io insegno in una scuola dedicata a Giovanni Falcone: ebbene, quasi nessuno sa chi fosse. Io lo ricordo, gli studenti ascoltano e tra una settimana già hanno dimenticato. L’oblio è la condizione necessaria perché il desiderio, unico motore della nostra società consumista, possa rinnovarsi senza ritardi o contrasti. Chi ricorda e chi progetta non consuma quanto deve. Dobbiamo ritrovare il senso del tempo, se vogliamo veramente amare la vita, che è breve e che può essere anche molto stupida, se le neghiamo passato e futuro.
Marco Lodoli
09 novembre 2009

domenica 15 novembre 2009

una poesia (come la musica) dice ciò che le parole non possono dire


SINTONIA


Quando con gli occhi chiusi, nell'infinito buio
ascolti meglio, il risveglio di quelle frequenze
che ti avvolgono e ti accompagnano
in un viaggio mentale,
in un viaggio musicale
dove il ritmo sale, per poi scendere
e ritornare come prima, come un disco che gira
per iniziare poi con un nuovo discorso

Quando la musica non è più musica
Quando la musica diventa magia

Nicola Contini VA ele     a.s.2009/2010








Foscolo ispira


dopo la lettura dei Sepolcri di Foscolo


Morte

O morte
Tu che arrivi sempre senza avviso
E porti via con te
Le anime più sofferenti di questa vita
Portandomi via
La cosa più cara
Che avevo con me

O morte
Io mi chiedo se sia utile
Diventare qualcuno in questa vita
Poichè in un modo o nell'altro
Un giorno
Farai visita a tutti noi

O morte
La tua stessa esistenza dipende dal tempo
E' un ciclo che si ripete
Si nasce e si muore
Al tuo pensiero
Sono legate infinite domande
E io penso di aver trovato una possibile risposta

O morte
Nella vita
Bisogna impegnarsi e diventare qualcuno
Per illudersi del tuo non arrivo
Per illudersi, in vita, di essere ricordati
In quanto è l'illusione
L'unica arma per sconfiggerti


Vincenzo Pilo VA EL      a.s. 2009/2010

martedì 10 novembre 2009

9 novembre 1989- IL MURO DI BERLINO



Parole profetiche scritte quando il muro faceva ancora paura:
"Irgendwann fällt jede Mauer" - Prima o poi ogni muro cade.






9 novembre 1989- 9 novembre 2009

Il muro è caduto da venti anni  
e nel commemorare l’anniversario corre l’obbligo di riflettere 
sugli altri muri che affliggono l’umanità.
I muri della fame, della povertà, 
delle malattie, dell’intolleranza,
dell’odio razziale
della prevaricazione e delle guerre
http://www.agoravox.it/








Nel 1945, poco prima della fine della seconda guerra mondiale, nel corso della conferenza di Yalta venne decisa la divisione della Germania (e di Berlino) in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d'America, Regno Unito e Francia. Il settore sovietico della città era di gran lunga il più esteso e occupava la maggior parte della metà orientale di Berlino: Friedrichshain, Köpenick, Lichtenberg, Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow e Weißensee (Berlino) Weißensee.
Nel 1948, il "Blocco di Berlino" da parte dell'Unione Sovietica portò all'attuazione del Ponte aereo per Berlino da parte degli Alleati per rifornire di viveri e generi di prima necessita' i tre settori occidentali.
Dal 1949 i tre settori controllati da Stati Uniti d'America, Francia e Gran Bretagna (Berlino Ovest), anche se nominalmente indipendenti, erano in effetti una parte di Germania Ovest completamente circondata dalla Germania Est.
Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952 e l'attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961.
Per fermare l'esodo delle persone della Germania Est iniziò la costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino Est. Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima generazione di un vero e proprio muro. Il muro divideva fisicamente la città; quando circondò completamente Berlino Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un'isola rinchiusa entro i territori orientali.

Michail Gorbačëv


È stato l'ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS) dal 1985 al 1991, propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka "ricostruzione"e alla glasnost' “trasparenza”, e protagonista nella catena di eventi che hanno portato alla dissoluzione dell'URSS e dello stesso PCUS.
La sua politica ha portato alla conclusione della guerra fredda.
È stato insignito nel 1990 del premio Nobel per la pace.

I blocchi militari della Guerra Fredda
La Guerra Fredda spaccò in due il mondo , anche militarmente. Si cominciò nel 1949 con il Patto Atlantico cui seguì, in diretta contrapposizione il Patto di Varsavia.
L’aspetto più visibile del contrasto fu l’erezione del muro di Berlino alcuni anni più tardi.
Il testo del trattato del Patto Atlantico rende bene la miscela di ideologia e di politica militare che ne stava alla base:
“Gli Stati partecipanti al presente trattato,
riaffermando la loro fede negli scopi e nei principi della Carta delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi,
decisi a salvaguardare la libertà dei loro popoli, il loro retaggio comune e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia, le libertà individuali e la prevalenza del diritto,
preoccupati di favorire nella zona dell'Atlantico del Nord il benessere e la stabilità,
decisi a riunire i loro sforzi per la loro difesa collettiva e per il mantenimento della pace e della sicurezza,
si sono accordati sul presente trattato dell'Atlantico del Nord:
[...] Allo scopo di raggiungere con maggior efficacia la realizzazione degli obiettivi del presente trattato, le parti, agendo individualmente e congiuntamente, in modo continuo ed effettivo, mediante lo sviluppo delle loro risorse e prestandosi reciproca assistenza, manterranno ed aumenteranno la loro capacità individuale e collettiva di resistenza ad un attacco armato [...]”.
Patto atlantico, 1949






L'erezione del muro
Nelle prime ore del 13 agosto del 1961 le unità armate della Germania dell'est interruppero tutti i collegamenti tra Berlino est e ovest e iniziavano a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un muro insuperabile che avrebbe attraversato tutta la città, che avrebbe diviso le famiglie in due e tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino ma in tutta la Germania il confine tra est ed ovest diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l'ordine di sparare su tutti quelli che cercano di attraversare la zona di confine che con gli anni fu attrezzata con dei macchinari sempre più terrificanti, con mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione, e addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su tutto quello che si muoveva nella cosiddetta "striscia della morte".

13 agosto 1961: viene eretto il muro di Berlino
Bloccato quasi completamente il dissanguamento economico dello stato, negli anni 60 e 70 la DDR visse anch'essa un boom economico. Tra gli stati dell'est diventò la nazione economicamente più forte e i tedeschi cominciarono a rassegnarsi alla divisione. Di riunificazione si parlava sempre meno e solo durante le commemorazioni e le feste nazionali.
La caduta del muro
Quello che infine, per la grande sorpresa di tutti e nel giro di pochissimo tempo portò alla riunificazione furono due fattori: l'arrivo di Gorbaciov  come leader dell'Unione Sovietica e le crescenti difficoltà politiche ed economiche dei paesi dell'est e specialmente della DDR. Con la "Perestroika", cioè la radicale trasformazione della politica e della economia e con la "Glasnost", che doveva portare alla trasparenza politica, Gorbaciov cominciò a cambiare strada all'Unione Sovietica.



 Cronologia del muro:
  • 1945 - fine della seconda guerra mondiale
    1949
    - divisione della Germania
    1961
    - erezione del muro di Berlino, fortificazione del confine tra le due Germanie
    1989
    - caduta del muro
    1990
    - riunificazione della Germania

13 agosto 1961
  • Numero di persone fuggite dall'est all'ovest prima della costruzione del muro:
    - totale (1949-1961): ca. 2,6 milioni
    - media annuale (1949-1961): ca. 220.000
    - su una popolazione totale della ex-DDR di: 17 milioni
  • Abitanti di Berlino ovest che, fino al 1961, lavoravano ogni giorni all'est: ca. 12.000
  • Abitanti di Berlino est che, fino al 1961, lavoravano ogni giorni all'ovest: ca. 53.000

Il muro davanti alla porta di Brandeburgo
  • Lunghezza del muro di calcestruzzo: 106 km
  • Altezza media del muro di calcestruzzo: 3,60 m
  • Lunghezza di altri impianti con recinti fortificati e filo spinato: 127,5 km
  • Altezza media dei recinti fortificati: 2,90 m
  • Torri di osservazione al confine intorno a Berlino: 302
  • Larghezza della striscia di territorio all'est (vicino al muro o vicino al confine tra le due Germania) al quale si poteva accedere solo con un permesso speciale: da 40 m a 1,5 km 
















  •  
    • Persone fuggite da Berlino est a ovest:
      - a piedi, nei primi due mesi nei punti non ancora completamente fortificati:
        ca. 600
      - soldati dell'est fuggiti a piedi, nei primi due mesi: 85
      -
      attraverso dei tunnel scavati sotto il muro (1962/63): 137
      - con automobili preparati per nascondere delle persone: ca. 2.000
      Altri metodi usati:
      - passaporti diplomatici falsi
      - mezzi militari pesanti, camion rafforzati, navi e locomotive per rompere
        i punti  di passaggi
      - in molti altri modi, anche nei più fantasiosi

    Uno dei tanti che non ce l'hanno fatta...