martedì 31 maggio 2011

AMNESTY INTERNATIONAL

in almeno 89 paesi del mondo le persone non possono esprimere liberamente il loro pensiero né agire in difesa dei diritti umani. Tra questi paesi la Cina, dove il giornalista Shi Tao è stato condannato a 10 anni di carcere per aver inviato un’email. Ma l’elenco comprende anche l’Iran, dove Hengameh Shahidi è in prigione per aver manifestato e scritto articoli, e il Guatemala, dove Norma Cruz viene minacciata di morte perché si occupa di violenza sulle donne.
Ma in questi e in tanti altri paesi, la libertà di espressione non è l’unico diritto violato. Amnesty International si batte da 50 anni per fermare la tortura, la violenza contro le donne, la pena di morte e per ottenere il rispetto dei diritti umani di tutte le persone, senza discriminazione.
In questo mezzo secolo, sono stati molti i risultati ottenuti ma bisogna fare ancora tanto affinché persone come Tao, Hengameh e Norma non subiscano più violazioni dei diritti umani.

SASSARI - Centro di aggregazione giovani e agoralaboratori

Uno spazio “aperto” dove i giovani e le loro famiglie possono passare del tempo libero insieme, coinvolti in varie attività, attraverso la partecipazione e lo stimolo verso stili di cittadinanza attiva.
Nasce su un progetto dell’Assessorato alle Politiche Sociali, il Centro Poliss, il primo Spazio Giovani grazie alla sensibile e attiva collaborazione del Tribunale di Sassari e del Consiglio d’aiuto, l’organismo proprietario dei locali del centro che vennero dati in comodato al Comune.

La struttura circondata da un ampio spazio verde situata in via Baldedda n. 15 nel quartiere di Monte Rosello ospitava in passato la Comunità Alloggio del Comune di Sassari “Il Veliero”.
Ora il centro si propone come spazio attivo volto a superare le barriere anagrafiche ed incentivare lo spirito partecipativo di tutti coloro che, aldilà dell’età, intendono proporre iniziative e partecipare alla vita del centro.
Il momento dell'inaugurazione.Il Centro Poliss, nato in seno al recente Servizio per la Promozione dell’Autonomia Giovanile, offre una vasta gamma di opportunità per l’uso costruttivo del tempo libero e consente di avviare percorsi di autonomia e di favorire gli scambi intergenerazionali. L’impegno dei ragazzi coinvolti e degli operatori potrà consentire al Centro di diventare un punto di riferimento per tutta la città e anche, eventualmente, di accogliere le difficoltà che gli stessi giovani e le famiglie possono trovarsi ad affrontare nei percorsi di crescita ed educativi.
Poliss riserva uno spazio anche ai più piccoli per giochi, attività di socializzazione e periodiche feste a tema. Già dai prossimi mesi, con la collaborazione delle famiglie, si intende attivare uno Spazio Genitori Permanente, destinato a tutti coloro che intendono incontrarsi per socializzare e condividere momenti di intrattenimento e confronto, anche attraverso la proposta e l’organizzazione di eventi aperti alla città: mostre, esposizioni, incontri dibattito.

NUMERI E INDIRIZZI UTILI
Centro Poliss via Baldedda n. 15 tutti i giorni dal lunedì al venerdì.
telefono 079 -2595094, sms 3881757332
e mail poliss@comune.sassari.it
CENTRO SOCIO-EDUCATIVO: offre uno spazio strutturato, in orari diurni, per minori e giovani in situazione di particolare difficoltà personale a favore dei quali vengono offerti interventi e progetti personalizzati d’aiuto e di sostegno, di recupero scolastico, di promozione dell’autonomia attraverso la ricerca di opportunità formative professionali e di crescita sociale e culturale;

PROGETTI AGORÀ: vasta gamma di attività di animazione, comprendenti laboratori di varie arti espressive  (teatro, musica, cinema, vetro, riciclo, ecc) che si realizzano in centri di aggregazione “diffusi” nei diversi quartieri della città e dell’agro, oltre che nel centro Poliss;

SPORTELLO D’ASCOLTO E SPAZIO PROPOSTE: rivolto ai giovani e alle famiglie, offre un aiuto nella comprensione e gestione dei problemi, piccoli e grandi, che si incontrano giornalmente.
Lo sportello accoglie inoltre idee e proposte di progetti per il tempo libero e per l’aggregazione giovanile ed un apposito spazio, all’interno del sito internet del Comune di Sassari, fornisce tutte le informazioni sulla programmazione delle attività e riceve proposte, critiche e suggerimenti, info poliss@comune.sassari.it

INTERVENTI DI CONTRASTO ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA: monitoraggio delle situazioni segnalate direttamente dalle scuole e l’attivazione di progetti di sostegno psico – sociale, educativo e scolastico;

INTERVENTI DI ASSISTENZA SPECIALISTICA SCOLASTICA AI MINORI E GIOVANI DIVERSAMENTE ABILI: caratterizzati da una forte valenza educativa, mirano a ridefinire la qualità dell’assistenza specialistica e far acquisire una maggiore autonomia ai destinatari, garantendo il diritto allo studio. Un tavolo di lavoro permanente composto dai vari attori istituzionali coinvolti, dalle famiglie e da una pedagogista coordinatrice, opera per programmare e realizzare interventi personalizzati.
Indirizzo
Telefono
079 2595094
Centro POLISS - via Baldedda 15, 07100 Sassari, Italy

  
  
Agorà nasce con l’obiettivo di innovare e diversificare l’offerta di iniziative di aggregazione e socializzazione. Lo scopo è quello di promuovere e valorizzare le diverse forme di espressione artistica e incentivare l’accesso ad esperienze di animazione sportiva, ambientale, turistica e culturale. Sono un migliaio i giovani che nelle precedenti edizioni hanno partecipato ai laboratori, 500 nella prima edizione (2007) e altri 500 nella seconda (2009).
Il Comune di Sassari, assessorato alle Politiche sociali ha indetto quest’anno per la terza volta il bando per la realizzazione di progetti di animazione socioculturale e socioeducativa. I più validi sono diventati dei laboratori rivolti ai giovani tra gli 11 e i 29 anni che amplieranno l’offerta di iniziative socio – culturali in città e nei comuni di Porto Torres e Stintino, partner del progetto inserito nell’ambito della programmazione del Piano Locale dei Servizi alla Persona (PLUS).
Cinema, musica, vela, danza, equitazione e tanto altro: scoprili tutti cliccando qui!
N.B. Per partecipare ai laboratori è necessario possedere la residenza in uno dei tre comuni coinvolti: Sassari, Porto Torres o Stintino.
I laboratori sono aperti a tutti i ragazzi tra gli 11 e i 29 anni residenti nei comuni di Sassari, Porto Torres e Stintino.




Sito Web
                                                                                 

Informazioni
Il Comune Sassari, in collaborazione con altri enti, associazioni e vari soggetti pubblici e privati, organizza attività ricreativo-formative GRATUITE per ragazzi. Info: agora@comune.sassari.it info@valeriamameli.com ufficiostampa@valeriamameli.com
Prodotti
Corsi e laboratori gratuiti di varie discipline
Trasporti pubblici
Autobus n.3 e n.1
E-mail
agora@comune.sassari.it info@valeriamameli.com ufficiostampa@valeriamameli.com


http://www.agoralaboratori.it/centro-poliss/

sabato 28 maggio 2011

50 anni di Amnesty International





Il 28 maggio 1961, da un articolo su un quotidiano londinese e dalla campagna per i prigionieri dimenticati che ne seguì, nacque Amnesty International. Da allora e per questi 50 anni, abbiamo lavorato per difendere i diritti umani, liberare i prigionieri di coscienza, abolire la pena di morte, fermare la tortura e la violenza contro le donne, contrastare impunità e discriminazione, garantire il diritto all’alloggio, alla salute e all’istruzione, tutelare i diritti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Per festeggiare questo importante anniversario, il 28 e 29 maggio, sono indette le Giornate dell’Attivismo, in decine di piazze italiane si brinda insieme alla libertà. Sono stati allestiti, inoltre, i tanti eventi dello Human Rights Tour 50°: concerti, spettacoli teatrali e reading che molti artisti hanno scelto di dedicare ad Amnesty.

lunedì 23 maggio 2011

OGGI: GIORNATA DEDICATA AI GIUDICI UCCISI DALLA MAFIA




 "La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine.
Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che
si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni"

Giovanni Falcone
http://digilander.libero.it/inmemoria/lotta_alla_mafia.htm 


"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana."
(J. F. Kennedy; citazione che Giovanni Falcone amava spesso riferire)

La strage di Capaci (23 maggio 1992)

TUTTA LA CRONACA DELLA STRAGE  nel seguente link
http://digilander.libero.it/inmemoria/strage_capaci.htm


GIOVANNI FALCONE

Nato a Palermo  il 20 maggio 1939  Giovanni Falcone conseguì la laurea in Giurisprudenza nell'Università di Palermo nell'anno 1961. Dopo il concorso in magistratura, nel 1964, fu pretore a Lentini per trasferirsi subito come sostituto procuratore a Trapani, dove rimase per circa dodici anni.
A Palermo, all'indomani del tragico attentato al giudice Cesare Terranova (25 settembre 1979), cominciò a lavorare all'Ufficio istruzione.
Il consigliere istruttore Rocco Chinnici gli affidò nel maggio '80 le indagini contro Rosario Spatola, vale a dire un processo che investiva anche la criminalità statunitense, e che, d'altra parte, aveva visto il procuratore Gaetano Costa - ucciso poi nel giugno successivo - ostacolato da alcuni sostituti, al momento della firma di una lunga serie di ordini di cattura.
Proprio in questa prima esperienza egli avvertì come nel perseguire i reati e le attività di ordine mafioso occorresse avviare indagini patrimoniali e bancarie (anche oltre oceano), e come, soprattutto, occorresse la ricostruzione di un quadro complessivo, una visione organica delle connessioni, la cui assenza, in passato, aveva provocato la "raffica delle assoluzioni".

Il 29 luglio 1983 il consigliere Chinnici fu ucciso con la sua scorta, in via Pipitone Federico; lo sostituì Antonino Caponnetto che costituì  il cosiddetto "pool antimafia", sul modello della strategia seguita precedentemente per la lotta al fenomeno del terrorismo politico.

Del gruppo faceva parte, oltre lo stesso Falcone, e i giudici Di Lello e Guarnotta, anche Paolo Borsellino, che aveva condotto l'inchiesta sull'omicidio, nel 1980, del capitano del Carabinieri Emanuele Basile.

Si può considerare una svolta, soprattutto per la conoscenza della struttura dell'organizzazione Cosa nostra, l'interrogatorio iniziato a Roma nel luglio '84 in presenza del sostituto procuratore Vincenzo Geraci e di Gianni De Gennaro, del Nucleo operativo della Criminalpol, del "pentito" Tommaso Buscetta.
Due stretti collaboratori di Falcone e Borsellino,  i funzionani di Polizia Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, furono uccisi nell'estate '85. Fu allora che si cominciò a temere per l'incolumità anche dei due magistrati.

Si giunse così alla sentenza di condanna a Cosa nostra del primo maxiprocesso, dei 475 imputati, emessa il 16 dicembre 1987 dalla Corte di assise di Palermo, presidente Alfonso Giordano, dopo ventidue mesi di udienze e trentasei giorni di riunione in camera di consiglio.

Hanno inizio i primi fatti negativi che intervennero a creare difficoltà all’azione svolta da Giovanni Falcone ed i suoi collaboratori: nel gennaio il Consiglio superiore della magistratura preferì nominare a capo dell'Ufficio istruzione, in luogo di Caponnetto che aveva voluto lasciare l'incarico, il consigliere Antonino Meli. Il quale avocò a sè tutti gli atti.

Sopraggiunse poi un nuovo episodio che ebbe gravissime conseguenze su tutte le indagini antimafia: in seguito alle confessioni del "pentito" catanese Antonino Calderone, che avevano determinato una lunga serie di arresti ("blitz delle Madonie"), Il magistrato inquirente trasmise gli atti all'Ufficio palermitano. Ma il Meli, in contrasto con i giudici del pool rinviò le carte sostenendo che i reati non erano di sua competenza  e  la Cassazione, all’inizio del 1988, ratificò l'opinione del consigliere istruttore, negando in pratica la stessa esistenza di una struttura come il POOL ANTIMAFIA che potesse operare indipendentemente dal territorio locale delle organizzazioni criminose. Questa decisione sanciva giuridicamente la frantumazione delle indagini, che l'esperienza di Palermo aveva inteso superare.
Il 30 luglio Falcone richiese di essere destinato a un altro ufficio.
In autunno Meli gli rivolse l'accusa di favoritismi e quindi sciolse il pool, come Borsellino aveva previsto fin dall'estate in un pubblico intervento, peraltro censurato dal Consiglio superiore.
I giudici Di Lello e Conte si dimisero per protesta.

Borsellino ebbe a ricordare: 
"La protervia del consigliere istruttore Meli l'intervento nefasto della Corte di cassazione cominciato allora e continuato fino a oggi, non impedirono a Falcone di continuare a lavorare con impegno".

Nonostante simili avvenimenti, infatti, sempre nel corso dell'88, Falcone aveva realizzato una importante operazione in collaborazione con Rudolph Giuliani, procuratore distrettuale di New York, denominata "lron Tower": grazie alla quale furono colpite le famiglie dei Gambino e degli Inzerillo, coinvolte nel traffico di eroina.

Il 20 giugno '89 si verificò il fallito e oscuro attentato dell'Addaura presso Mondello dove fu trovata una bomba inesplosa destinata a Falcone; a proposito del quale Falcone affermò :
"Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi. Ho l'impressione che sia questo lo scenario più attendibile se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad assassinarmi"
Seguì subito l'episodio, sconcertante, del cosiddetto "corvo", ossia di alcune lettere anonime dirette ad accusare astiosamente lo stesso Falcone e altri di aver montato un falso attentato.
Una settimana dopo l'attentato il Consiglio superiore decise la nomina di Falcone a procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo.
Nel gennaio '90 egli coordinò un'inchiesta che portò all'arresto di quattordici trafficanti colombiani e siciliani, inchiesta che aveva preso l'avvio dalle confessioni del "pentito" Joe Cuffaro.
Nel corso dell'anno viene incriminato per calunnia il "pentito" Pellegriti, il quale rivolgeva accuse al parlamentare europeo Salvo Lima.(che in seguito fu trovato morto e si rivelò legato alla mafia e anello di congiunzione tra la mafia ed il potere politico).

Intanto, fattisi più aspri i dissensi con l'allora procuratore P. Giammanco – Falcone accolse l'invito del vice-presidente del Consiglio dei ministri, Martelli, che aveva assunto l'interim del Ministero di grazia e giustizia, a dirigere gli Affari penali del ministero.
Si apriva così un periodo - dal marzo del 1991 alla morte - caratterizzato da una attività intensa, volta a rendere più efficace l'azione della magistratura nella lotta contro il crimine, con la razionalizzazione dei rapporti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, e il coordinamento tra le varie procure e l’istituzione nel novembre del '91 della Direzione nazionale antimafia. Nella sua audizione al Palazzo dei Marescialli del 22 marzo '92., Falcone affermò:
"Io credo che il procuratore nazionale antimafia abbia il compito principale di rendere effettivo il coordinamento delle indagini, di garantire la funzionalità della polizia giudiziaria e di assicurare la completezza e la tempestività delle investigazioni. Ritengo che questo dovrebbe essere un organismo di supporto e di sostegno per l'attività investigativa che va svolta esclusivamente dalle procure distrettuali antimafia".
La sua candidatura a questi compiti, peraltro, fu ostacolata in seno al Consiglio superiore della magistratura. Quando ancora non  si era giunti ad una decisione definitiva, sopraggiunse la strage di Capaci del 23 maggio.

Insieme a Falcone, a Capaci, persero la vita la moglie Francesca Morvilio, magistrato, e gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.

All'esecrazione dell'assassinio, il 4 giugno si unì il Senato degli Stati Uniti, con una risoluzione (la n. 308) intesa a rafforzare l'impegno del gruppo di lavoro italo-americano, di cui Falcone era componente

“Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”. 
Giovanni Falcone 

 GIOVANNI BORSELLINO

Borsellino nasce a Palermo il 19/1/1940.
Dopo avere frequentato il Liceo classico "Meli" si iscrive alla facoltà di giurisprudenza di Palermo. All’Università, nel 1959 Borsellino si iscrive all’organizzazione FUAN Fanalino e viene eletto come rappresentante studentesco. In questi anni l’attività politica lo prende molto e riesce a conciliare politica e studio senza grossi problemi.
Il 27 giugno 1962, all'età di appena 22 anni, Borsellino si laurea con 110 e lode e, pochi giorni dopo, subisce la perdita del padre. Ora è affidato a lui il compito di provvedere alla famiglia. Si impegna con l’ordine dei farmacisti a tenere la farmacia del padre fino al conseguimento della laurea in farmacia di sua sorella. Tra piccoli lavoretti e le ripetizioni Borsellino studia per superare il concorso in magistratura. Ci riesce nel 1963.
Nel 1967 ha il primo incarico direttivo, Pretore a Mazara del Vallo nel periodo del dopo terremoto.
Il 23 dicembre del 1968 Borsellino si sposa, continua a lavorare a Mazara facendo avanti e indietro da Palermo, anche più volte al giorno.
Nel 1969 viene trasferito alla pretura di Monreale dove lavora fianco a fianco con il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile.
Nel 1975 Borsellino viene trasferito al tribunale di Palermo e a luglio entra all’Ufficio istruzione processi penali sotto la guida di Rocco Chinnici. Con il Capitano Basile lavora alla prima indagine sulla mafia e da questo momento comincia il suo impegno senza sosta per sconfiggere l’organizzazione mafiosa.
Nel 1980 arriva l’arresto dei primi sei mafiosi. Nello stesso anno il capitano Basile viene ucciso in un agguato. Per la famiglia Borsellino arriva la prima scorta con le difficoltà che ne conseguono.
La scorta costringe il giudice e la sua famiglia a convivere con un nuovo sentimento: la paura. E’ così che Borsellino ne parla e la affronta:
"La paura è normale che ci sia, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, sennò diventa un ostacolo che ti impedisce di andare avanti."

Borsellino entra a far parte del Pool antimafia, che  comprende quattro magistrati. Falcone, Borsellino e Barrile lavorano uno a fianco all’altro, sotto la guida di Rocco Chinnici.

Borsellino comincia a promuovere e a partecipare ai dibattiti nelle scuole, parla ai giovani nelle feste giovanili di piazza, alle tavole rotonde per spiegare e per sconfiggere una volta per sempre la cultura mafiosa.
Fino alla fine della sua vita Borsellino, nel tempo che gli rimane dopo il lavoro, cercherà di incontrare i giovani, di comunicargli questi nuovi sentimenti e di renderli protagonisti della lotta alla mafia.

I magistrati del pool pretendono l’intervento dello stato perché si rendono conto che il loro lavoro, da solo, non basta.
Borsellino lavora senza sosta, firma provvedimenti, indaga, ascolta con dedizione e responsabilità. Per questo Chinnici scrive una lettera al presidente del tribunale di Palermo per sollecitare un encomio nei confronti suoi e di Giovanni Falcone
L’encomio richiesto, non è mai arrivato.

Poi il dramma. Il 4 agosto 1983 viene ucciso il giudice Rocco Chinnici con un’autobomba. Borsellino è distrutto: dopo Basile anche Chinnici viene strappato alla vita e il vuoto si fa sentire molto. Borsellino con molta preoccupazione commenta:
"La mafia ha capito tutto: è Chinnici la testa che dirige il Pool".

A sostituire Chinnici arriva a Palermo il giudice Caponnetto e il pool, sempre più affiatato continua nell’incessante lavoro raggiungendo i primi risultati.
Nel 1984 viene arrestato Vito Ciancimino e si pente Buscetta, Borsellino sottolinea in ogni momento il ruolo fondamentale dei pentiti nelle indagini e nella preparazione dei processi.

Comincia la preparazione del Maxiprocesso e viene ucciso il commissario Beppe Montana  e l’elenco dei morti è destinato ad aumentare.
Il clima è terribile: Falcone e Borsellino vengono immediatamente trasferiti all’Asinara per concludere le memorie, predisporre gli atti senza correre ulteriori rischi. Ma l’opinione pubblica inizia a criticare i magistrati, le scorte e il ruolo che si sono costruiti.
Paolo Borsellino chiede il trasferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala per ricoprire l'incarico di Procuratore Capo.
 Il 19.12.1986 Paolo Borsellino prende servizio a Marsala dove per cinque anni guiderà una delle Procure più impegnate sul fronte della lotta alla criminalità organizzata.
Al centro (Palermo) Falcone e a Marsala Borsellino in modo da scoprire tutti i collegamenti esistenti tra la mafia di Palermo e quella della provincia. Nel corso di questo quinquennio, denso di scottanti inchieste giudiziarie e numerose soddisfazioni personali, Paolo Borsellino è dapprima nominato Segretario provinciale della corrente di Magistratura Indipendente, e, successivamente, Presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati.
Vive in un appartamento nella caserma dei carabinieri per risparmiare gli uomini della scorta. In suo aiuto arriva Diego Cavaliero, magistrato di prima nomina, lavorano tanto e con passione.
Ma il clima comincia a cambiare. Il fronte unico che aveva portato a grandi vittorie della magistratura siciliana e che aveva visto l’opinione pubblica avvicinarsi agli uomini in prima linea e stringersi intorno a loro, comincia a cedere.
Nel 1987 Caponnetto è costretto a lasciare la guida del Pool a causa di motivi di salute. Tutti a Palermo aspettavano la nomina di Falcone al suo posto,presto, però, si rende conto che il CSM (Consiglio superiore della magistratura) non è dello stesso parere e si diffonde il terrore di veder distruggere il Pool. Borsellino scende in campo e comincia una vera e propria guerra, parla ovunque e racconta cosa stia accadendo alla procura di Palermo; sui giornali, in televisione nei convegni, continua a lanciare l’allarme. A causa delle sue dichiarazioni Borsellino rischia il provvedimento disciplinare.

Il 14 settembre si pronuncia il CSM Falcone perde e Antonino Meli, per anzianità, prende il posto che doveva essere suo.

Cominciano a parlare i pentiti e le indagini su connessioni tra mafia e politica a prendere forma. Borsellino è convinto che per sconfiggere la mafia i pentiti abbiano un ruolo fondamentale. Anche i giudici, però, dovranno essere attenti, controllare e ricontrollare ogni dichiarazione, ricercare i riscontri ed intervenire solo quando ogni fatto possa essere provato. E’ un’opera lunga ma i risultati non tarderanno ad arrivare.

Da questo momento gli attacchi a Borsellino diventano forti ed incessanti. Le indiscrezioni su Falcone e Borsellino sono ormai quotidiane.
 Comincia, intanto, il dibattito sull’istituzione della Superprocura e su chi porre a capo del nuovo organismo. Falcone, intanto, va a Roma come direttore degli affari penali e preme per l’istituzione della Superprocura. Borsellino decide di tornare a Palermo, lo seguono il sostituto Ingroia e il maresciallo Canale.
Paolo Borsellino, pur rimanendo applicato alla Procura della Repubblica di Marsala chiede e ottiene di essere trasferito alla Procura della Repubblica di Palermo con funzioni di Procuratore Aggiunto.
Nuovi pentiti, nuove rivelazioni confermano il legame tra la mafia e la politica, e riprendono gli attacchi al magistrato .

 Borsellino dice: “I rapporti tra mafia e politica? Sono convinto che ci siano. E ne sono convinto non per gli esempi processuali, che sono pochissimi, ma per un assunto logico: è l’essenza stessa della mafia che costringe l’organizzazione a cercare il contatto con il mondo politico. ...è maturata nello stato e nei politici la volontà di recidere questi legami con la mafia? A questa volontà del mondo politico non ho mai creduto".
Intanto a Roma viene finalmente istituita la Superprocura e vengono aperte le candidature; Falcone è il numero uno , Borsellino lo sostiene a spada tratta sebbene non fosse d’accordo sulla sua partenza da Palermo.

Nel Maggio 1992 finalmente Falcone raggiunge i numeri necessari per vincere l’elezione a superprocuratore. Borsellino e Falcone esultano, ma il giorno dopo Falcone viene ucciso insieme alla moglie, a Capaci; la mafia sa che in quel posto il giudice Falcone era troppo pericoloso.
Borsellino soffre molto, il legame che ha con Falcone è speciale e lui è morto tra le sue braccia.

Gli viene offerto di prendere il posto di Falcone nella candidatura alla superprocura, ma Borsellino rifiuta. Resta a Palermo, nella procura dei veleni per continuare la lotta alla mafia, diventando sempre più consapevole che qualcosa si è rotto, che il suo momento è vicino.

Ad un mese dalla morte dell’Amico Falcone, parla di lui:
"Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione....per amore. La sua vita è stata un atto d’amore verso questa città, verso questa terra che lo ha generato. Perché se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, amare Palermo e la sua gente ha avuto e ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era possibile dare delle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene. ..Sono morti tutti per noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo, continuando la loro opera...dimostrando a noi stessi e al mondo che Falcone è vivo".

Continua a lottare per poter avere la delega per ascoltare il pentito Mutolo. Insiste e alla fine il 19 luglio 1992 alle 7 di mattina Giammanco gli comunica telefonicamente che finalmente avrà quella delega e potrà ascoltare Mutolo.
Lo stesso giorno Borsellino va nella casa del mare, a Villagrazia, con la scorta. Si distende, va in barca con uno dei pochi amici rimasti. Dopo pranzo torna a Palermo per accompagnare la mamma dal medico.
Con l’esplosione dell’autobomba sotto la casa, in via D’Amelio, muore con tutta la scorta. E’ il 19 luglio del 1992.
Secondo gli agenti di scorta, via d'Amelio era una strada pericolosa, tanto che era stato chiesto di procedere preventivamente ad una rimozione dei veicoli parcheggiati davanti alla casa, richiesta però non accolta dal comune di Palermo, come rilasciato in una intervista alla RAI da Antonino Caponnetto.
Dopo l'attentato, l'"agenda rossa" di Borsellino, agenda che il giudice portava sempre con sè e dove annotava i dati delle indagini, non venne ritrovata.
Oltre a Paolo Borsellino morirono gli agenti di scorta Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Borsellino parlava spesso della morte un po’ per scherzarci sopra un po’ per ricordarsi sempre che non è poi così lontana:
"Se muoio adesso, il mio compito l’ho svolto".

Ha visto morire molte persone, uomini di valore morale ed intellettuale e sa benissimo di non essere esente da una fine simile:
"Non sono né un eroe né un kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell’aldilà. Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento...Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno".

lunedì 9 maggio 2011

9 maggio giorno della memoria delle vittime delterrorismo

"Giorno della Memoria" dedicato alle vittime del terrorismo

Presenti il vicesindaco Goffredo Borchi e il presidente del tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta
Si è svolta questa mattina alle 11 in piazzale Falcone e Borsellino la commemorazione in occasione del "Giorno della Memoria" dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice.
Alla cerimonia, istituita per il primo anno dal parlamento italiano, hanno partecipato il vicesindaco Goffredo Borchi e il Presidente del Tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta, il quale è stato membro del pool antimafia coordinato dal giudice Antonino Caponnetto e che con Giuseppe Falcone, paolo Borsellino e Giuseppe di Lello ha istruito il maxi processo.
Presenti alla commerazione anche i Gonfaloni dei Comuni della Provincia di Prato e della Provincia stessa.

domenica 1 maggio 2011

PRIMO MAGGIO

"La durezza delle sfide che incalzano mettono alla prova tutti gli attori sociali e politici" 

http://www.quirinale.it/ 

 

"Lo sviluppo economico e la sua qualità sociale, la stessa tenuta civile e democratica del nostro paese, passano attraverso un deciso elevamento dei tassi di attività e di occupazione,
un accresciuto impegno per la formazione e la salvaguardia del capitale umano, un'ulteriore valorizzazione del lavoro, in tutti i sensi.
Questo discorso riguarda in special modo i giovani, fa tutt'uno con le risposte da noi tutti dovute alle aspettative per il futuro delle giovani generazioni". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso celebrativo della Festa del lavoro al Quirinale.

"E se spesso l'accento è stato posto sulla precarietà dell'occupazione dei giovani - calcolati in 800 mila - con contratti di lavoro a tempo determinato, quel che deve allarmare e richiede il massimo sforzo di riflessione, è il dato dei quasi 2 milioni di giovani fuori di ogni tipo di occupazione, ormai fuori dal ciclo educativo e non coinvolti nemmeno in attività di formazione o addestramento. Quest'area, definita con l'acronimo NEET, Not in Employment Education or Training, è composta di circa 700 mila disoccupati e in misura quasi doppia di inattivi".
Il Presidente Napolitano, ha sottolineato come "la nostra storia - a partire dal 1944 e nonostante periodi di rottura e divisione - ci dice quel che l'unità sindacale ha dato ai lavoratori, alla democrazia, al paese.
La rinuncia a sforzi pazienti di ritessitura quando si producano lacerazioni e diventino indispensabili dei ripensamenti, può portare solo al peggio, dal punto di vista del peso e del ruolo del lavoro e delle sue rappresentanze". E il Presidente Napolitano ha voluto in positivo "citare - trattandosi di tema che mi è stato e mi è particolarmente caro, nella sua persistente drammaticità - l'influenza che i sindacati hanno esercitato essendo uniti, per garantire più sicurezza sul lavoro. Registriamo così anche quest'anno risultati positivi, per effetto di provvedimenti legislativi e di comportamenti più responsabili che i sindacati hanno sollecitato, promuovendo un clima innovativo anche sul piano giurisprudenziale".



Ogni anno la festività del 1 maggio dedicata ai lavoratori si propone di ricordare l’impegno dei sindacati italiani per raggiungere in campo economico e sociale un giusto diritto per i lavoratori.

Le sue origini risalgono al 1867, negli Stati Uniti d’America, quando una legge fu approvata per assegnare il diritto di lavoro quotidiano fissato ad otto ore. In Italia la festa del lavoro del primo maggio fu soppressa invece durante il ventennio fascista per essere poi di nuovo tornata in auge alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1945.
Le vittime della storia operaia e chi ha lottato in difesa e in rivendicazione di esse vengono ancora oggi commemorate da una festività riconosciuta a livello internazionale. Oggi, dicevamo, è un 1 Maggio molto speciale: il concerto ad esso dedicato, organizzato da Cigl – Cisl – Uil a piazza San Giovanni a Roma, regalerà agli spettatori una serie di omaggi al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, con nuovi brani e rievocazioni dei grandi classici della musica italiana. In altre piazze sono state organizzate giornate dedicate a determinati classi di lavoratori, ma anche al gioco, al musica e alla storia dell’arte e dell’Italia in generale.

http://www.donna10.it/festa-del-lavoro-1-maggio-2011-tra-concerto-papa-e-internet-tv-6606.html


Il concerto del primo maggio sara' aperto e chiuso dall'Inno di Mameli: prima una versione rock eseguita da Eugenio Finardi, poi una versione corale con tutti gli artisti. In scaletta anche Bella ciao: nel pomeriggio interpretata dai Modena City Ramblers ed alle 23 da orchestra e coro. In serata l'attesa sinfonia composta da Ennio Morricone.
Oltre alla musica, ci sara' un'ora circa di interventi di attori. Gherardo Colombo parlera' della Costituzione. Nel backstage i leader di Cgil, Cisl e Uil.




http://www.musica10.it/concerto-1-maggio-roma-2011-canzoni-per-lunita-ditalia-15582.html