mercoledì 22 luglio 2009

DIRITTI - LA COSTITUZIONE ITALIANA 1

Art. 1.

L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita

nelle forme e nei limiti della Costituzione.



Il 2 giugno 1946 i cittadini italiani hanno scelto a maggioranza, votando in un referendum, che l'Italia non fosse più una monarchia, con a capo un re, ma una Repubblica.
Questa Repubblica è democratica (e non oligarchica, dove comandano pochi), cioè il potere di comando (sovranità) è attribuito (appartiene) al popolo, che lo esercita direttamente (v. art. 75 sul referendum) o indirettamente (v. artt. 48, 60,61, 122, 128 sulle elezioni del Parlamento e dei Consigli regionali, provinciali e comunali).
Il popolo è formato dai cittadini, termine che, a partire dalla Rivoluzione francese, ha sostituito quello di sudditi, che aveva il significato di sottoposti al potere del re e dei nobili.
Il lavoro è visto come fondamento della vita democratica, come diritto che rende l'uomo pienamente "cittadino" in quanto collabora al funzionamento della società

E' evidente che il potere del popolo si realizza tramite la votazione di rappresentanti. Si assisterà, durante le votazioni, ad una divisione in maggioranza e in minoranza, e la vera democrazia si realizzerà quando la maggioranza permetterà alla minoranza di poter esercitare liberamente la sua attività. - Chiunque può farsi portavoce d'idee politiche diverse da quelle della maggioranza, basta che non sia né violente né criminose.


DEMOCRAZIA
Parola composta dal greco demos ("popolo") e kratos ("potere"), indica la forma di Governo nella quale la sovranità appartiene al popolo (art. 1 della Costituzione italiana). Questa sovranità, cioè il potere di comandare, viene esercitata direttamente (per esempio mediante il voto espresso in un referendum) oppure indirettamente, eleggendo dei rappresentanti (i membri del Parlamento). In un regime democratico i cittadini devono, inoltre, godere di una serie di diritti, in mancanza dei quali la loro partecipazione al potere sarebbe puramente formale. Si tratta di quei diritti che sono contenuti nella nostra Costituzione e che si esprimono nella libertà personale, nell'inviolabilità del domicilio, nella libertà di riunione, di associazione, di parola e così via.
www.pbmstoria.it/dizionari/dizcittadino/cost/001.htm

martedì 21 luglio 2009

LA COSTITUZIONE ITALIANA 2

Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce
i diritti inviolabili dell'uomo,

sia come singolo sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità,
e richiede l'adempimento dei
doveri inderogabili di
solidarietà
politica, economica e sociale.


Si riafferma che esistono diritti dell'uomo (come il diritto alla vita, all'onore, all'espressione del proprio pensiero, a formarsi una propria famiglia ecc.) che non vengono concessi dallo Stato, ma sono da ritenere originari. Nello stesso tempo, si considera che l'uomo non è mai vissuto da solo e che, fra l'individuo e lo Stato, esistono innumerevoli formazioni sociali (le famiglie, i partiti, le chiese ecc.), espressione di questi diritti inviolabili.
Proprio perché l'uomo è un essere sociale, però, accanto ai diritti sono richiamati anche i doveri di solidarietà (come il partecipare alle scelte comuni mediante le elezioni, il servizio militare e civile, pagare le imposte e così via: artt. 48, 52, 53 ecc.).