giovedì 31 marzo 2011

CINQUANT'ANNI DI SCUOLA


1961 - 2011
L'Istituto Tecnico Industriale Giovanni Maria Angioy ha iniziato la sua attività nel 1961 con i soli indirizzi di Meccanica e Chimica, si è negli anni ampliato con i corsi di specializzazione Elettrotecnica e Automazione, Informatica e sperimentazione Abacus. Per offrire agli adulti una opportunità formativa è stato istituito nel ’95 il corso serale di elettrotecnica ed automazione, che si è poi trasformato nel corso sperimentale SIRIO nel ’99, inoltre nel 2005 è stato attivato il corso Informatica Abacus per adulti.
Il 03.10.1961 con il primo giorno di scuola al Sacro Cuore di Sassari è iniziata la storia dell’ITI "Angioy". Il 03.10.2011 si intende celebrare i primi 50 anni di storia dell’I.T.I. inaugurando alla presenza delle massime autorità della scuola, del territorio e di tutti gli allievi, sia quelli storici che quelli presenti il 50° anno di vita dell’Istituto.
CINQUANTA
ANNI DI VITA
CINQUANTA
ANNI DI SCUOLA
Per segnalare vecchi diplomati, vecchie foto della scuola e degli alunni, oppure per dare un contributo all'organizzazione della manifestazione dei CINQUANT'ANNI previsti nella settimana
del 3 Ottobre 2011 scrivere a :

Istituto Tecnico Industriale "G.M. Angioy"
Via Principessa Mafalda - 07100   SASSARI
Tel. 219408 - Fax 219077



sabato 19 marzo 2011

LIBIA: LA FRANCIA APRE IL FUOCO

BOMBE SUI BLINDATI DEL RAIS

(ALTRE NOTIZIE ALLE ETICHETTE "LIBIA"  E "AFRICA")

http://www.agi.it/estero/notizie/201103191857-ipp-rt10151-libia_la_francia_apre_il_fuoco_bombe_sui_blindati_del_rais
18:57 19 MAR 2011

(AGI) - Tripoli, 19 mar. - La Francia ha dato ufficialmente il via ai raid mirati in Libia contro il colonnello Muammar Gheddafi. Poco dopo le parole del presidente francese, Nicolas Sarkozy, a chiusura del vertice straordinario all'Eliseo, esattamente alle 17.45, un primo jet transalpino ha aperto il fuoco contro mezzi delle truppe governative. "Il primo obiettivo e' stato distrutto" ha comunicato il portavoce del ministero della Difesa francese Laurent Teisseire. Secondo Al Jazira invece sarebbero quattro carri armati libici a essere stati colpiti e distrutti nel corso dei raid a sud-ovest della citta' di Bengasi. Il ministero della Difesa parla di diversi blindati e carri armati. Sono in tutto 20 gli aerei francesi impegnati nell'operazione, due fregate di difesa aerea sono parcheggiate al largo delle coste libiche e domani la portaerei francese, Charles De Gaulle, partira' dalla Francia diretta verso la Libia per partecipare alle operazioni previste dalla risoluzione dell'Onu. Sarkozy nel suo discorso a Parigi aveva di fatto dato il via all'attacco fortemente voluto dalla Francia e appoggiato da subito dalla Gran Bretagna. "Siamo pronti ad attaccare con i nostri aerei le truppe di terra" aveva detto il presidente francese. "La Francia ha deciso di assumere il proprio ruolo di fronte alla storia. In mattinata Gheddafi, attraverso un suo portavoce, aveva minacciato Parigi e Londra: "Ve ne pentirete" aveva affermato riferendosi agli attacchi. E intanto nel paese transalpino e' gia' polemica: Sarkozy ha avviato un intervento militare senza neanche consultare il Parlamento, ha accusato l'opposizione. (AGI) .
 

mercoledì 16 marzo 2011

DISASTRO NUCLEARE IN GIAPPONE


Il rischio di una catastrofe nucleare fa passare in secondo piano la forte scossa di terremoto registrata a Tokyo. 
Un manipolo di tecnici resiste nell'impianto. Sospese le operazioni per versare acqua dall'alto.

 Continua la lotta contro il tempo per salvare la centrale di Fukushima.
Una nube di fumo, probabilmente causata da una fuga di vapore, si è levata nei pressi del reattore numero tre la cui capsula di contenimento, secondo fonti del governo giapponese, potrebbe non essere più integra; un incendio è invece scoppiato presso il reattore quattro, per poi spegnersi spontaneamente.

Il risultato è che i livelli di radioattività all’ingresso della centrale hanno registrato una nuova impennata.
Le autorità sono state costrette a sgomberare tutto il personale impegnato nei lavori di messa in sicurezza dell’impianto.
Le radiazioni intorno ai reattori dell’impianto di Fukushima in Gioppone sono "letali". 
L’allarme è stato lanciato dal responsabile della Commissione nucleare Usa Gregory Jaczko, durante un’audizioni alla Commissione Energia. ha detto: "Le dosi di radioattività potrebbero dimostrarsi letali in un breve periodo di tempo"


50 tecnici sono rimasti nella centrale di Fukushima, consapevoli del rischio, per tentare di tenere sotto controllo la situazione. Per bloccare la fusione dei noccioli dei reattori nucleari bisogna tenere alto il livello dell’acqua, così da coprire le barre di uranio arricchito, ma tutti i tentativi non sono stati sufficienti.











Gli altri 800 tra tecnici e soldati delle Forze di Autodifesa sono stati allontanati oggi, dopo una brusca crescita del livello di radioattivita’ nella centrale seguita a una nuova esplosione e a un incendio che hanno fatto anche decidere un’ampliamento della zona di evacuazione, fino a 30 km da Fukushima. 

Nel frattempo, una forte scossa di magnitudo 6 è stata avvertita nella parte orientale di Tokyo, senza danni.
In una rarissima apparizione in diretta televisiva l’imperatore del Giappone, Akihito, si è rivolto attraverso gli schermi ai sudditi, affermando di pregare per la Nazione . Il monarca nipponico ha quindi aggiunto di essere "profondamente preoccupato" per la crisi in corso nella centrale nucleare di Fukushima 1, e ancor più per la "natura imprevedibile" di quanto vi sta accadendo.

Secondo i dati diffusi oggi dal dipartimento di Polizia, tra morti e dispersi si è arrivati vicini a quota 12mila. Alle 16 locali (8 del mattino in Italia), erano registrati 3.771 morti tra Tokyo e altre 11 prefetture. I dispersi, in sei prefetture, erano 8.181. I feriti, tra Tokyo e altre 16 prefetture, 2.218.
Ma secondo le autorità locali , sono probabilmente almeno 20mila le persone disperse nella prefettura nord-orientale di Miyagi in seguito al sisma e allo tsunami.

La preoccupazione immediata per la popolazione e per la mancanza di cibo e carburante. Il governo centrale ha inviato truppe e si è impegnato ad inviare altri volontari e provviste alimentari. Ma le operazioni di soccorso non sembrano bastare.

17 MARZO 1861 - 17 MARZO 2011 150 ANNI DI UNITA'


Calamandrei – Discorso agli studenti milanesi (1955)
DEMOCRAZIA

L’art.34 dice:” I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra costituzione c’è un articolo che è il più importante di tutta la costituzione, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così:
”E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
E’ compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana:
quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo.

Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. primo- “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro “- corrisponderà alla realtà.

Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica 
perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società.

http://www.legroma.osservatoriodeilaici.com/wpress_it_IT_292XXL/?p=621

17 MARZO 1861 - 17 MARZO 2011 150 ANNI DI UNITA'

Calamandrei – Discorso agli studenti milanesi (1955)
L'IMPEGNO


E allora voi capite da questo che la nostra costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!
E‘ stato detto giustamente che le costituzioni sono anche delle polemiche, che negli articoli delle costituzioni c’è sempre anche se dissimulata dalla formulazione fredda delle disposizioni, una polemica. Questa polemica, di solito è una polemica contro il passato, contro il passato recente, contro il regime caduto da cui è venuto fuori il nuovo regime.
Se voi leggete la parte della costituzione che si riferisce ai rapporti civili politici, ai diritti di libertà, voi sentirete continuamente la polemica contro quella che era la situazione prima della Repubblica, quando tutte queste libertà, che oggi sono elencate e riaffermate solennemente, erano sistematicamente disconosciute. Quindi, polemica nella parte dei diritti dell’uomo e del cittadino contro il passato.
Ma c’è una parte della nostra costituzione che è una polemica contro il presente, contro la società presente. Perché quando l’art. 3 vi dice: “ E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” riconosce che questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma non è una costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una costituzione che apre le vie verso l’avvenire. Non voglio dire rivoluzionaria, perché per rivoluzione nel linguaggio comune s’intende qualche cosa che sovverte violentemente, ma è una costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira alla trasformazione di questa società

in cui può accadere che, anche quando ci sono, le libertà giuridiche e politiche siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche, dalla impossibilità per molti cittadini di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anche essa contribuire al progresso della società. Quindi, polemica contro il presente in cui viviamo e impegno di fare quanto è in noi per trasformare questa situazione presente.

17 MARZO 1861 - 17 MARZO 2011 150 ANNI DI UNITA'

Calamandrei – Discorso agli studenti milanesi (1955)
L'INDIFFERENTISMO E LA RESPONSABILITA'


Però, vedete, la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. 
La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.

"LA LIBERTA' E' COME L'ARIA" Calamandrei – Discorso agli studenti milanesi (1955)

 17 MARZO 1861 - 17 MARZO 2011    
150 ANNI DI UNITA'
Calamandrei – Discorso agli studenti milanesi (1955)
LA LIBERTA' E' COME L'ARIA



È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.
E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…

17 MARZO 1861 - 17 MARZO 2011 150 ANNI DI UNITA'

Calamandrei – Discorso agli studenti milanesi (1955)
 VOI GIOVANI DOVETE FARLA VIVERE

Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo è solo, che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo.

17 MARZO 1861 - 17 MARZO 2011 150 ANNI DI UNITA'

Calamandrei – Discorso agli studenti milanesi (1955)
LA NOSTRA STORIA

Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sepere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…
E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie… ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamenteo di centomila morti.

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.

martedì 15 marzo 2011

DISASTRO NUCLEARE

Per ascoltare un parere sul pericolo del nucleare
http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/11/03/silvestrini-nucleare-intervista.html

GIAPPONE



Il Giappone è un arcipelago composto di 6852 isole; le 4 isole più grandi sono: Honshū, Hokkaidō, Kyūshū e Shikoku, che da sole rappresentano circa il 97% della superficie terrestre del Giappone.
Molte isole sono montagne, alcune di origine vulcanica; per esempio, la vetta più alta del Giappone, il Monte Fuji è un vulcano attivo.
Con una popolazione di circa 128 milioni di individui, il Giappone risulta essere la decima nazione più popolosa al mondo.
La Grande Area di Tōkyō, che include la città di Tōkyō e numerose prefetture confinanti, è di fatto la più grande area metropolitana del mondo, con oltre 30 milioni di residenti.
l Giappone ha la seconda maggiore economia per prodotto interno lordo e la terza maggiore per potere d'acquisto, è anche il quarto maggiore esportatore e il sesto maggiore importatore a livello mondiale.
Il Giappone è l'unica nazione asiatica del G8 ed attualmente è un membro non permanente del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Nel Medioevo in Giappone 'emerse  una classe nobile e colta di guerrieri, i samurai.
L'Imperatore del Giappone da Kyōto concedeva il titolo di shogun ai leader delle spedizioni militari contro coloro che non riconoscevano la sua autorità; a partire da Minamoto no Yoritomo (shōgun dal 1192), il titolo divenne invece ereditario e cominciò a designare il capo di un tipo di governo militare, il bakufu (幕府, bakufu?) o shogunato. La classe dirigente era rappresentata dalla grande nobiltà terriera (Bushi), feudatari dipendenti direttamente dagli Shogun

Nel XVI secolo commercianti e missionari portoghesi raggiunsero per la prima volta il Giappone, iniziando un periodo  di attivi scambi commerciali e culturali tra il Giappone e l'Occidente, introducendo anche la religione Cattolica.
Nel 1639, lo shogunato iniziò la politica isolazionista del sakoku («paese chiuso») che diede due secoli e mezzo di tenue unità politica conosciuto come periodo Edo. Questo viene spesso considerato come l'apice della cultura medievale giapponese.

Il 31 marzo 1854, gli Stati Uniti forzarono l'apertura del Giappone all'Occidente con la Convenzione di Kanagawa. La guerra Boshin del 1867-1868 condusse all'abdicazione dello shogunato e alla restaurazione di un governo centrato intorno all'imperatore.

Il Giappone adottò numerose istituzioni occidentali, inclusi un sistema legale, un esercito moderno e un sistema parlamentare, quest'ultimo modellato su quello britannico.
l'Impero del Giappone si trasformò in una potenza mondiale, imbarcandosi in diversi conflitti militari per aumentare il suo accesso alle risorse naturali e la sua influenza su Corea e Cina.
Nel 1910 il Giappone controllava la Corea e la metà meridionale di Sakhalin.
La prima guerra mondiale permise al Giappone, che combatté al fianco degli Alleati vittoriosi, di espandere la sua sfera di influenza in Asia e i suoi possedimenti coloniali nel Pacifico.

 Nel 1920 il Giappone si unì alla Lega delle Nazioni divenendone un membro del consiglio di sicurezza, ma nel 1933 ne uscì in seguito alle critiche per l'occupazione della Manciuria del 1931.
Nel 1936 firmò il patto anti-Comintern con la Germania nazista, unendosi all'Asse nel 1940 (Patto tripartito).
Il Giappone attaccò la Cina ed in risposta alle sue azioni, alcuni Stati occidentali, tra cui principalmente gli Stati Uniti, il Regno Unito e i Paesi Bassi, imposero un embargo delle forniture di petrolio e altre sanzioni.

 Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò la base navale statunitense di Pearl Harbor dichiarando guerra a Stati Uniti, Regno Unito e Paesi Bassi. Quest'azione fece entrare nella seconda guerra mondiale gli Stati Uniti, che quattro giorni dopo ricevettero la dichiarazione di guerra dalla Germania nazista.

I bombardamenti strategici di città come Tōkyō e Osaka culminarono con il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Questi attacchi uccisero diverse centinaia di migliaia di giapponesi e portarono al termine della guerra.
A seguito di ciò, il 2 settembre 1945 il Giappone accettò una resa incondizionata.


La guerra costò al Giappone milioni di vite e distrusse la maggior parte della struttura industriale e infrastrutturale.Nel 1947 il Giappone adottò una nuova costituzione pacifista, cercando la cooperazione internazionale, enfatizzando i diritti umani e le pratiche democratiche.
L'occupazione statunitense durò ufficialmente fino al 1952; nel 1956 il Giappone divenne membro delle Nazioni Unite.

 Grazie a un programma di sviluppo industriale aggressivo e con l'assistenza degli Stati Uniti, l'economia giapponese crebbe rapidamente fino a diventare la seconda più grande economia del mondo, con un tasso di crescita medio del 10% per quattro decadi.
Questa crescita si arrestò negli anni novanta, quando soffrì una grave recessione. A partire dal 2001 il Giappone ha ripreso a crescere, grazie alle riforme dell'ex premier Junichiro Koizumi, ed ha anche riacquistato prestigio militare, affiancando gli USA nella guerra al terrorismo.
 http://it.wikipedia.org/wiki/Giappone

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Il terremoto di magnitudo 8.9 gradi che venerdì ha colpito il Giappone è connesso alla rottura di una faglia importante tra la placca tettonica pacifica e quella eurasiatica. Non si può escludere che la vastità del fenomeno sismico di oggi possa aver perturbato le altre faglie della regione, sottoposte costantemente a forti sollecitazioni.






Il Giappone si appoggia sull’intersezione di quattro placche tettoniche : la placca pacifica, quella eurasiatica, quella nordamericana e quella delle Filippine. Una situazione che viene chiamata “punto triplo”.
Il sisma di oggi è legato alla rottura della faglia che separa la placca pacifica da quella eurasiatica.
Nell’immagine, tratta dal sito Le Figaro.fr, sono raffigurate le tre placche eurasiatica, delle Filippine e pacifica. In rosso è segnata la faglia dove venerdì si è prodotta la frattura.



http://www.ticinolive.ch/cultura/sisma-in-giappone-la-rottura-della-faglia-ha-destabilizzato-lintera-regione-13156.html


In questa cartina è raffigurato l'impatto che il terremoto dell'11 marzo 2011 ha avuto sul Giappone.
L'epicentro è stato a circa 130 km. al largo della costa di Sendai, sull costa orientale dell'isola principale (Honshu) dell'arcipelago nipponico, a 25 km. di profondità.


lunedì 14 marzo 2011

sabato 12 marzo 2011

Costituzione day

Costituzione day, Cento piazze tricolori: è il momento di reagire

A Sassari appuntamento dalle 16 alle 18,30 in piazza d'Italia, con l'intervento, tra i tanti dell'ex sindaco Anna Sanna. A Nuoro manifestazione in piazza Mazzini dalle 10,30 alle 13: alle iniziative di Sassari e Nuoro ha aderito il movimento "Se non ora quando", organizzatore delle manifestazioni del 13 febbraio.


In piazza per difendere la Costituzione, "siamo 1 milione" 

http://notizie.tiscali.it/feeds/11/03/12/t_02_02_20110312_000023.html?ultimora

 http://lanuovasardegna.gelocal.it/argomenti/costituzione+day

 

Ingroia sulla riforma della giustizia: 

Cittadini non più tutti uguali

 

 Con la riforma della giustizia del governo Berlusconi i cittadini non saranno più uguali di fronte alla legge. E' l'allarme lanciato dal procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo, Antonio Ingroia, dal palco del Costituzione Day di Roma.

"La cosiddetta riforma della giustizia è una controriforma e non è soltanto, come si dice e come si è detto, una ritorsione contro la magistratura. E' anche questo, ma la posta in gioco è molto più alta, più importante, vi riguarda da vicino e molto più direttamente", ha spiegato il magistrato rivolgendosi ai manifestanti che affollano piazza del Popolo che lo hanno applaudito più volte e a lungo.
"Se dovesse passare questa controriforma, questa controriforma contro il senso di giustizia dei cittadini - ha aggiunto - avremmo uno stato di diritto azzoppato, sfigurato nei suoi principi fondamentali così come i nostri padri costituenti li hanno disegnati. Non è in gioco la separazione delle carriere ma l'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge".
"Il nostro stato di diritto - ha sottolineato Ingroia - si fonda su un equilibrio delicato di separazione dei poteri e se il potere giudiziario viene schiacciato dal potere esecutivo che tenta di conquistare il controllo diretto dell'esercizio dell'azione penale di fatto i cittadini non saranno più uguali di fronte alla legge e non lo saranno addirittura all'interno della Costituzione. Può darsi che questa riforma non passerà, ce lo auguriamo, pare che non ci siano i tempi, ma la posta in gioco è grave, ha a che fare non tanto col nostro presente ma col vostro futuro".
12 marzo 2011
 
http://notizie.tiscali.it/feeds/11/03/12/t_02_02_20110312_000014.html?ultimora

domenica 6 marzo 2011

ULTIME NOTIZIE DALLA LIBIA

 Purtroppo la strage non si ferma

http://notizie.tiscali.it/articoli/esteri/11/03/05/libia_battaglia_tripoli.html

ulteriori informazioni alle etichette "LIBIA" e "AFRICA"

ragazzi per male - la parola agli studenti



Gli studenti della III A elettrotecnica hanno assistito allo spettacolo e successivamente hanno scritto le loro impressioni in classe. Tutti i temi sono stati scritti con partecipazione dimostrando che l'opera che hanno visto a teatro li ha colpiti ed interessati. Questi sono due esempi dei lavori svolti.


SASSARI- ORIGINALE RAPPRESENTAZIONE TEATRALE AL TEATRO VERDI

Il giorno 19 gennaio la mia classe si è recata al Teatro Verdi in via Politeama a Sassari in occasione della rappresentazione diretta da Francesco Apolloni dal titolo “Ragazzi per male”.
Al Verdi erano presenti moltissimi studenti di tutte le scuole della città. Quando si sono accomodati tutti quanti, è iniziato lo spettacolo sotto forma di esibizione collettiva, con Francesco che animava e dirigeva la platea e il palcoscenico. Questo è stato solo l’inizio, come introduzione ad un racconto di vita di due ragazzi di San Patrignano.
Con l’esibizione si è voluta dimostrare la difficoltà ad esprimersi in pubblico, anche solo per cantare una canzone o ballare. Questo è servito per sottolineare che tutti hanno dentro qualcosa di buono e di speciale, ma non sempre si ha il coraggio di esprimerlo, e anche per introdurre in scena i due ragazzi che dovevano raccontare la propria storia piena di difficoltà.
Dalle storie di questi ragazzi è emerso che hanno avuto un’infanzia molto difficile, segnata da problemi psicologici e di solitudine, a causa della difficoltà che avevano di interagire con il resto della società, a cui hanno creduto di rimediare con la droga.
Credo che ci sia un significato ben preciso in questa rappresentazione teatrale, e quindi nelle storie di questi due ragazzi: hanno voluto raccontare e condividere con tutti la propria vita per evitare che qualcuno possa trovarsi nella loro situazione e quindi cadere nei loro stessi errori. Queste storie succedono perché la realtà adolescenziale è una situazione molto difficile. I giovani sono molto suscettibili non avendo reali punti di riferimento ed una guida nella loro vita, soprattutto nei tempi attuali e con la facile circolazione di droghe.
E’ stata una rappresentazione molto toccante e mi ha colpito particolarmente in quanto io non sarei mai riuscito ad aprirmi a tutti raccontando la mia storia, soprattutto se così difficile. Ammiro molto i due ragazzi per questo motivo e per quello che hanno fatto per tutti gli altri raccontando la loro terribile esperienza.
E’ stata una bella ed interessante lezione a teatro.
MATTIA- III A EL


DOSI ADOLESCENZIALI

Mercoledì 19 gennaio: una giornata che sembrava come le altre, andare al teatro a vedere chissà cosa.. forse uno spettacolo comico? No, si è trattato di un’intervista su ciò che oggi purtroppo è un problema che interessa tutti, direttamente o indirettamente. Un qualcosa di orribile, che distrugge un essere umano, qualcosa che dal primo momento crea dipendenza: la droga.
Gli intervistati erano due ragazzi ex tossicodipendenti, che hanno cominciato con la ricerca di nuove esperienze, di nuove sensazioni, nell’età adolescenziale. Due situazioni familiari differenti, ma due storie sulla dipendenza quasi identiche. Un ragazzo dell’Emilia Romagna,  un ragazzo di Sassari. Il primo in famiglia aveva tre punti da seguire: rispetto ordine disciplina; l’altro aveva tre punti differenti: casino casino casino. Ciò in cui assomigliavano le loro famiglie era la scarsa presenza dei genitori.
Entrambi iniziano con droghe leggere, marijuana o hascisc, per poi passare a sostanze  che avranno un peso enorme sulla loro vita: arrivano ad usare cocaina ed eroina, due droghe pesanti, che danno emozioni incredibili, iperattività o rilassatezza.
Il ragazzo emiliano, Alberto, per comprare la droga è diventato anche spacciatore e ladro. Il ragazzo di Sassari, Luca invece ha finito col drogarsi in casa con la madre. Entrambi arrestati, arrivati al fondo della loro tragedia, sono riusciti a risollevarsi entrando in comunità.
Sul palcoscenico loro due parlavano, a turno. Ogni volta che parlavano di una droga, nel maxischermo venivano proiettate le immagini riguardanti le droghe citate; particolarmente forti quelle sull’eroina e la cocaina. In quella della “coca” si vedeva la reazione degli occhi: la pupilla si dilatava fino a coprire quasi tutto l’iride. Avviene al contrario con l’eroina: la pupilla si stringeva come se stesse per scomparire.
Sentire e vedere quest’intervista è stata un’esperienza scioccante e abbastanza toccante. Le ansie, le assenze, la voglia di trasgressione che hanno accompagnato i due ragazzi sulla strada della droga erano sottolineati dalle interruzioni di video e canzoni, interpretate da loro stessi, organizzati dalla regia in modo che trasmettessero le emozioni al pubblico.
Nel centro sociale i ragazzi hanno imparato a svolgere attività coinvolgenti, in modo da distogliere il pensiero dall’assunzione di sostanze stupefacenti. Hanno imparato a ritrovare i propri sogni, perché tutti hanno dei sogni, ma per paura, per difficoltà, per mancanza di autostima, non riescono a realizzarli e al primo fallimento si abbandonano alla dipendenza della droga. Credono sia un modo per sentirsi meglio, per risolvere i problemi, quando invece con essa i problemi aumentano.
Una poesia dice “Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo”: ha ragione. Se abbiamo un sogno dobbiamo far di tutto per riuscire a realizzarlo.
Purtroppo la droga è diffusissima tra i giovani e chi ha problemi nella vita cerca rifugio in essa. Io amo informarmi sulle droghe, è un argomento che mi affascina, ma sono pienamente consapevole che sono pericolose e mai ne farò uso. L’effetto delle droghe è inizialmente soprattutto psicologico, perché è la mente che entra in dipendenza quando la droga sollecita il sistema nervoso con allucinazioni piacevoli o relax mentale. Questo effetto psicologico rende particolarmente difficile, quasi impossibile, combatterla e sconfiggerla.

MARCO III A EL

venerdì 4 marzo 2011

4 MARZO Ippolito Nievo muore nel 1861


«Ecco la morale della mia vita. E siccome questa morale non fui io ma i tempi che l'hanno fatta, così mi venne in mente che descrivere ingenuamente quest'azione dei tempi sopra la vita d'un uomo potesse recare qualche utilità a coloro, che da altri tempi son destinati a sentire le conseguenze meno imperfette di quei primi influssi attuati» 

Ippolito Nievo "Le confessioni di un italiano" 


"Io nacqui veneziano ai 18 ottobre 1775, giorno dell'Evangelista Luca; e morrò per la grazia di Dio italiano quando lo vorrà quella Provvidenza che governa misteriosamente il mondo".
incipit de Le Confessioni di un italiano"

Ippolito Nievo nasce a Padova il 30 novembre 1831. Trascorre l'infanzia ad Udine, dove la sua famiglia si trasferisce nel 1837; durante i periodi di vacanza è nel vicino Castello di Colloredo di Montalbano, luogo che rimarrà a lungo nell'immaginario del futuro scrittore. 
I luoghi della sua infanzia e della sua famiglia faranno da sfondo in tutti i suoi romanzi e le sue novelle, ai personaggi che si muoveranno tra la Lombardia, il Veneto e il Friuli. 






 
Venuto a contatto con l'ideologia e il pensiero di Giuseppe Mazzini, nel 1848 il giovane Ippolito partecipa  allo scoppio del moto insurrezionale di Mantova, che però fallisce. 
Nella primavera del 1849 soggiorna per breve tempo a Pisa dove conosce Andrea Cassa, con il quale partecipa ai moti livornesi ed entra in contatto con gli esponenti del partito democratico di Guerrazzi.
Deluso dalla sconfitta si reca a Cremona con l'amico Attilio Magri e in questa città, dove vivrà per alcuni mesi, conosce Matilde Ferrari,di cui si innamora .


Appena laureatosi, Nievo decide di dedicarsi totalmente alla letteratura ed al giornalismo, andando contro la volontà del padre che lo voleva notaio.
Nel contempo erano già apparse le sue prime opere letterarie (il saggio "Studii sulla poesia popolare massimamente in Italia" è del 1854, così come la rappresentazione del suo dramma "Gli ultimi giorni di Galileo Galilei
"). Inizia a collaborare con giornali di provincia ("La Lucciola" di Mantova; "L'Annotatore friulano" di Udine), sui quali pubblica novelle ispirate alla vita di campagna, della quale inizia a difendere le usanze, le tradizioni ed i costumi nei confronti delle accuse borghesi di rozzezza e di ignoranza.

Nel 1859 si arruola a Torino tra i cacciatori a cavallo di
Garibaldi, con i quali combatte a Varese e a San Fermo. 
L'anno successivo entra a far parte della spedizione dei Mille, che sbarca a Marsala: in questa occasione Nievo si distingue a Calatafimi e a Palermo, tanto che gli viene affidata la nomina di "Intendente di prima classe" con incarichi amministrativi, di cui sarà anche attento cronista ("Diario della spedizione dal 5 al 28 maggio" e "Lettere garibaldine"). Riceve l'incarico di riportare da Palermo i documenti amministrativi della spedizione, ma il vapore "Ercole" sul quale viaggiava naufraga al largo della costa sorrentina in vista del golfo di Napoli: Ippolito Nievo trova la morte durante il viaggio di ritorno dalla Sicilia, presumibilmente nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1861.



«O primo ed unico amore della mia vita, o mia Pisana, tu pensi ancora, tu palpiti, tu respiri in me ed intorno a me! Io ti veggo quando tramonta il sole, vestita del tuo purpureo manto d'eroina, scomparir fra le fiamme dell'occidente, e una folgore di luce della tua fronte purificata lascia un lungo solco per l'aria quasi a disegnarmi il cammino.»



«Vivendo bene, si muore meglio; 

desiderando nulla, si possiede tutto.»


Ippolito Nievo


IL MISTERO DEL NAUFRAGIO DELL' ERCOLE

Un viaggio nell’abisso, sulle tracce del misterioso naufragio di una ottocentesca barca a ruote. Il gorgo è immenso, polveroso e arcano: non più d’acqua, ma di carte custodite negli archivi storici di cinque città. Nell’ultimo suo viaggio il vecchio postale “Ercole”, che faceva spola tra Palermo e Napoli, portava anche un impasto di storie, condensate dentro pacchi di ricevute, conti e resoconti dell’impresa dei Mille che, pochi mesi prima aveva aggregato al nascente Regno d’Italia un territorio immenso, dall’Abruzzo a capo Passero. Responsabile degli uffici amministrativi garibaldini in Sicilia era il giovane colonnello Ippolito Nievo. Lo videro sul ponte dell’“Ercole”, sorridente, insieme a altri quattro garibaldini. Poi una bufera, “neanche troppo furiosa” come riportò un giornale palermitano, lo inghiottì insieme agli altri quindici passeggeri, a 280 tonnellate di carico, ai marinai e al capitano Michele Mancino, trascinando a fondo, a poche miglia da Capri, anche pezze d’appoggio sulla regolarità amministrativa dei Mille, la più grande avventura del nostro Ottocento. Si sussurrò, e qualcuno oggi ripete, che a questo naufragio non fosse estraneo il governo di Cavour. Ma sulla scia dell’“Ercole” viaggiava un groviglio di interessi, alcuni poco chiari, che coinvolgevano faccendieri e segretari, finanzieri e armatori, borbonici e rivoluzionari, possidenti e banchieri, uomini politici vecchi e nuovi. Due massonerie, una repubblicana l’altra monarchica, aspiravano al titolo di Grande Oriente d’Italia. Un tesoro, chiuso nei forzieri del Banco di Sicilia, aveva atteso Garibaldi a Palermo. Le carte superstiti negli archivi raccontano come i garibaldini spesero quei cinque milioni di ducati d’argento che furono loro consegnati, dietro regolare ricevuta e in forza di un regolare armistizio. Qui si dice come 600 garibaldini, a piedi e male armati, sloggiarono da Palermo 25.000 borbonici che avevano caserme, ducati, cannoni, fortezze e fregate; come gli inglesi mediarono tra Garibaldi e il generale borbonico; come imprenditori emergenti ottennero commesse; come militari corrotti ebbero mance; come uomini oscuri costruirono una brillante carriera politica. Al colpevole silenzio di alcune gazzette rispose Alessandro Dunas padre che dalle colonne del suo giornale napoletano chiese la verità sull’“Ercole” e giustizia per gli annegati. Poi cadde l’oblio. Nessuno parlerebbe oggi di questo naufragio, se a Milano Nievo non avesse lasciato il manoscritto di un grande romanzo inedito, “Le confessioni d’un italiano”.
Fausta Samaritani



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http://www.ippolitonievo.info/index.html


http://www.ippolitonievo.info/Manoscritti.htm

giovedì 3 marzo 2011

PRIMO MARZO MANIFESTAZIONE A SASSARI

Sassari – Martedì pomeriggio il corteo costituito dai rappresentanti dei cittadini extracomunitari che vivono al centro storico e negli altri quartieri cittadini è partito regolarmente nonostante la fastidiosa pioggia. Il via, decisamente in tono minore rispetto alla partecipata manifestazione dello scorso anno, è avvenuto da Palazzo Ducale. Qui a nome di migranti che vivono a Sassari Filomena Costa Morais ha rappresentato al Consiglio comunale, riunito in seduta informale prima che iniziassero i lavori ufficiali, la situazione degli stranieri che vivono a Sassari. Uno dei punti all'agenda delle politiche della Giunta Ganau è costituito dall'istituzione della figura del consigliere comunale aggiunto, che, se verrà istituito, verrà eletto dagli extracomunitari residenti in città, che ovviamente non sono cittadini comunitari. Il "consigliere aggiunto" (proposto dal capogruppo di Sinistra Unita Dario Satta nella scorsa consiliatura), non previsto dalle attuali normative sul funzionamento degli enti locali, non avrà diritto di voto e potrà formulare solo proposte da portare all'attenzione dell'Assemblea civica. In una sala consiliare gremita da un folto pubblico è stato ribadito che l'Amministrazione comunale sta perseguendo, tra l'altro, una parificazione tra cittadini ed immigrati per esempio nel settore delle politiche della casa. E una condanna nei confronti degli episodi di violenza e discriminazione contro gli extracomunitari è stata ribadita dai presenti. Ha preso la parola anche Lalla Odoni della Cgil. All'Assemblea Civica è stato inoltre presentato un documento con le istanze più urgenti dei migranti.

http://sardies.org/index.php?option=com_content&view=article&id=7019%3Amanifestazione-del-1d-marzo-schiaffo-nei-confronti-dei-residenti-al-centro-storico-&catid=13%3Asassari&Itemid=16atid=13%3Asassari&Itemid=16