venerdì 12 febbraio 2010

Commenti alla lettura della poesia "Se questo è un uomo" di Primo Levi


Primo Levi
Se questo è un uomo


Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.


E' stato uno dei più bui tragici e vergognosi momenti della storia dell'uomo: uomini giudicati, umiliati e uccisi o per il colore della pelle o per la loro etnia e religione; la verità è che quelli che avrebbero meritato una punizione sono proprio quelli che considerano diverse e inferiori persone che nella vita di tutti i giorni sono uguali a noi. Primo Levi dice proprio la cosa giusta: dobbiamo ricordare perchè non dobbiamo ripetere quell'errore
Roberto F


Penso che tutte le razze umane siano uguali e non si debbano creare distinzioni.
Gli ebrei venivano considerati una razza inferiore e resa schiava.
Penso che sia un comportamento crudele anche perchè venivano portati dentro i campi di concentramento ignari di quel che li aspettava perchè veniva loro detto che andavano a condurre una vita migliore.
Secondo me questo è un atto di vigliaccheria e crudeltà perchè privavano gli ebrei della  loro identità e li trattavano come animali.
Venivano spogliati di ogni cosa e gli venivano tagliati i capelli proprio come gli animali.
Giovanni


Non riesco ad esprimere un pensiero, perchè ai nostri tempi è una cosa totalmente assurda ed impensabile emarginare e uccidere,solo perchè un ragazzo ha la pelle diversa dalla mia o pensa in un modo diverso, non è un buon motivo per escluderlo o togliergli la vita. Se tutti pensassero così ci sarebbero miliardi di razze, perchè non esiste alcuna persona uguale ad un'altra.
Giampaolo



Oggi abbiamo parlato di questi argomenti: le leggi razziali di Mussolini: lo scopo era di eliminare la razza ebrea perchè la razza italiana era considerata una razza ariana e quindi superiore- la poesia di Primo Levi: la poesia dice che nei Lager i nazisti trattavano le "razze inferiori" come animali togliendo loro la dignità di esseri umani
Roberto M.

Le parole di Primo Levi non colpiscono solo per ciò che raccontano, ma soprattutto per il modo in cui vengono usate; la freddezza di queste parole, il coraggio di ricordare e descrivere tanta crudeltà, e l'ultima raccomandazione, l'ultimo "ordine", quello di non dimenticare, espresso con parole molto dure, quasi come una maledizione. Parole dure che però possono essere meglio viste come una richiesta, una preghiera, di un uomo distrutto che non riuscirà mai a dimenticare il passato e invita tutti a fare altrettanto.
Sergio

Credo che ciò che è accaduto in quel periodo sia veramente oltraggioso per l'essere umano e Primo Levi nel suo libro ha cercato di farci capire come sono andate veramente le cose.
Avendo visto personalmente anche i luoghi dove è accaduta la tragedia, mi sono reso conto che le brutalità dell'animo umano, da parte dei nazisti contro gli ebrei non può essere scordata
Marco

Primo Levi in questa poesia cerca di far capire a tutti quello che lui e gli altri deportati hanno passato, far capire che solo perchè di razza diversa definita inferiore si finiva a lavorare giorno dopo giorno in condizioni disperate, far capire cosa provava un deportato all'interno di un campo di sterminio. Inoltre quasi obbliga a ricordarci e a ricordare che quello che è successo è stata un'atrocità, un errore dell'uomo.
Peccato che molti uomini portino avanti questi ideali che costarono la vita a milioni di persone
Roberto C



Lo sterminio degli ebrei è una cosa inconcepibile, non ha un filo di logica, è solo una follia, una cosa che nella mente umana non può essere concepita [....]. Gente in guerra ne è morta tanta, ma sono morti a causa della guerra, non della follia, sono morti per difendersi o lottando per ottenere qualcosa; non si può morire per il solo fatto di esistere.
Simone S

Queste cose ingiuste non dovrebbero accadere più. Primo Levi ha indubbiamente ragione riguardo la situazione degli ebrei in quel periodo e non lo biasimo per gli ultimi tre versi della sua poesia perchè è davvero importante avere sempre questa tragedia in mente.
La legge di Mussolini è pietosa. E' praticamnte inutile far finire gli studi universitari agli ebrei quando poi viene negata ogni possibilità di lavoro.
Verso gli ebrei hanno tenuto un comportamento non solo ingiusto ma anche sadico.
Simone P

Per me è veramente difficile credere a ciò che è successo. Come si può far questo ad un essere umano? Come si può togliere la dignità ad una persona solo perchè essa non è bianca o è ebrea? La cosa che mi ha colpito è proprio questo: il perchè è stato fatto; dentro di me ci sono tante domande che non trovano soluzione e mai la troveranno. Non oso immaginare ciò che ha provato Primo Levi, ma sicuramente è stato terribile vedere i  propri cari morire o amici che vanno verso le docce e non tornano più. Il suicidio è un peccato ma dopo tutto quello che ha passato sono sicuro che Dio lo ha perdonato.
Giancarlo



"Se questo è un uomo" è un libro scritto da Primo Levi nel 1947, nel quale l'autore parla di come si viveva nei campi di concentramento, visto che lui c'è stato. Però anche se è riuscito a sopravvivere nei campi di concentramento egli stesso si suicidò perchè non riiusciva più a vivere per causa delle crudeltà che aveva passato.
In una poesia da lui stesso scritta si leggono alcune crudeltà che ha vissuto, come: lavorare nel fango, non conoscere la pace, lottare per mezzo pane. Le donne senza capelli, senza nome, senza forza di ricordare, con occhi vuoti.
Angelo


 

Nella poesia di Primo Lei mi ha colpito molto la rabbia, lo sconforto, il dolore che aveva dentro vedendo anche le persone a lui più care perdere la vita, le umiliazioni, la fatica di persone come tutte le altre che per distinzioni di pensiero dovevano rimetterci tutto; oggetti, persone care e soprattutto la vita, il bene innegabile a chiunque.
Valeriano


E' stato un periodo veramente significativo non solo per le persone che hanno subito quelle ingiustizie, ma anche per le persone di oggi, perchè è per il ricordo di tutti quei maltrattamenti del passato nei confronti degli ebrei che al giorno d'oggi non avvengono più atti di razzismo.
Mirko



Primo Levi

Primo Levi nacque a Torino il 31 luglio del 1919. La sua giovinezza fu caratterizzata da studi regolari e profonde letture. Appartenne ad una famiglia ebraica, si laureò in chimica nel 1941, ottenendo il massimo dei voti. Il suo diploma reca la menzione "di razza ebraica". Levi entrò nel Partito d'Azione clandestino. Il 25 luglio del 1943 cadde il governo fascista Tuttavia, le forze armate tedesche occuparono il nord e centro Italia. Levi si unì ad un gruppo partigiano operante in Val d'Aosta, ma venne arrestato. Fu poi deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, dove vi rimase dal febbraio 1944 al gennaio 1945. Per tutta la durata della permanenza nel Lager, Levi riuscì a non ammalarsi, eccezion fatta per la scarlattina venutagli proprio quando nel gennaio 1945 i tedeschi, sotto 1'incombere delle truppe russe, evacuarono il campo, abbandonando gli ammalati al loro destino. Nel giugno iniziò il viaggio di rimpatrio che durò circa 5 mesi. Una volta a Torino trovò lavoro presso una fabbrica di vernici. Intanto, nacque "Se questo è un uomo". A settembre del 1947 sposò Lucia Morpurgo, da cui ebbe due figli: Lisa, Lorenza e Renzo. Levi presentò il dattiloscritto alla casa editrice Einaudi, che lo rifiutò. Il testo fu invece pubblicato dall'editore De Silvani di Torino. Il successo, all'inizio, fu scarso. Le cose cambiarono quando il libro uscì nella collana dei"Saggi" Enaudi. Nel 1963 , la stessa Casa Editrice, pubblicò La tregua. Nel 1978, Primo Levi, diede vita a La chiave a stella, vincitore del premio Strega. Nell'aprile del 1982 uscì Se non ora, quando?, con immediato successo. Primo Levi fu anche impegnato in attività giornalistiche. Nell'aprile del 1986 pubblicò I sommersi e i salvati, ritornando così sulla traumatica esperienza dei Lager. Morì a Torino l'11 aprile del 1987.


"Se questo è un uomo" è la poesia che fa da preludio all'omonimo libro. Qui, Primo Levi, racconta con estrema forza la dura esperienza vissuta nei Lager. In "Se questo è un uomo" vengono raccontate le dure regole dei campi di sterminio. "Considerate se questo è un uomo/Che lavora nel fango/Che non conosce pace/Che lotta per un pezzo di pane/Che muore per un sì o per un no", ed i versi diventano ancora più forti se paragonati alla normalità descritta dal Nostro: "Voi che vivete sicuri/Nelle vostre tiepide case,/voi che trovate tornando a sera/Il cibo caldo e visi amici" È una poesia che offre anche uno spaccato di storia, facendo luce sui quello che avveniva nei Lager. Profonda è la riflessione di Primo Levi, nel guardare alla condizione delle donne: "Considerate se questa è una donna,/Senza capelli e senza nome/Senza più forza di ricordare/Vuoti gli occhi e freddo il grembo/Come una rana d'inverno." Il Nostro invita poi a riflettere, anzi, a "meditare" affinché non venga dimenticato quello che è stato. Per Primo Levi è necessario che ciò che di assurdo qualcuno ha commesso, non cada nell'oblio : "Vi raccomando, queste parole/ scolpitele nel vostro cuore".

martedì 9 febbraio 2010

buggerru 1904


un video interessante


http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=86677

giovedì 4 febbraio 2010

LEOPARDI - L'INFINITO













Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.




















su YOUTUBE  L'Infinito recitato da Vittorio Gassman :


http://www.youtube.com/watch?v=DUzsNkKTXMU&feature=video_response


IL NOVECENTO- SECOLO BREVE

PER UN INTERESSANTE PERCORSO TRA I PRINCIPALI EVENTI DEL NOVECENTO
CLICCARE QUI


http://storia900.repubblica.it/