LA TELEVISIONE
E L’EDUCAZIONE SENTIMENTALE DEGLI ADOLESCENTI
La III A ha letto e commentato un articolo sul tema della televisione e l'educazione sentimentale degli adolescenti
COSì SCRIVE PAOLA C.
La televisione e l’educazione sentimentale degli adolescenti
Nell’articolo del “Sole 24 Ore” scritto da G.Charmet, “ la discreta
violenza del modello in tv”, si parla dell’influenza che la televisione, al
giorno d’oggi, esercita su un adolescente.
Noi adolescenti, crescendo, rompiamo i legami oggettivi che da sempre ci
hanno legato ai nostri genitori, perché nasce in noi una smisurata voglia di
conoscere il mondo, la società che ci circonda, senza però dover dipendere da
una figura materna o paterna. Appunto per questo, molto spesso in famiglia si
verificano dei litigi causati da incomprensioni tra le due parti.
Tra noi e i nostri genitori nasce una sorta di sfida e questo fa sì che non
vengano più visti da noi come il nostro punto di riferimento, ma come un
ostacolo e per questo non chiediamo aiuto a loro per rispondere alle nostre
domande, ma bensì ci appelliamo ai massmedia.
L’argomento che più ci incuriosisce riguarda la sfera sessuale e
sentimentale, infatti la televisione ci offre molti modelli di virilità e
femminilità.
Gli psicologi però, pensano che questi messaggi non siano “salutari” nei
nostri confronti, perché ci spingono a seguire delle “bellezze costruite”, dato
che noi non ci sentiamo molto spesso sicuri
del nostro corpo e questo ci fa temere di essere emarginati dalla società e
appunto per questo noi ragazze cerchiamo di seguire delle diete che a volte ci
fanno arrivare all’anoressia, mentre i ragazzi si chiudono in palestra con l’intenzione
di diventare più muscolosi e atletici, ottenendo così un corpo più “vendibile”
nel mercato delle relazioni.
Un tempo i ragazzi si affidavano alla letteratura, per avere esempi e
modelli di comportamenti nell’ambito sentimentale e relazioni sociali, mentre ora
l’abbiamo sostituita con la televisione senza porci il minimo problema.
Oggi come oggi, la violenza che i massmedia infliggono su di noi non sta
nel trasmettere film violenti, ma bensì nella trasmissione di programmi come ad
esempio i reality show, che hanno un tale impatto su di noi che ci costringono
nel nostro inconscio a diventare qualcosa di finto, di costruito, che non
rispecchia la realtà in cui viviamo.
L’articolo scritto da G.Charmet parla di come la televisione abbia sostituito
nell'età adolescenziale la “figura” dei genitori.
Infatti i giovani durante quest’età si chiudono in loro stessi, creando
un loro mondo e gli adulti non ne devono far parte, appunto per questo
utilizzano internet e la televisione per ottenere risposte alle loro domande,
senza rendersi conto però, che questi mezzi di comunicazione non possono
sostituire il dialogo e il confronto con un’altra persona, che in ogni caso,
sarebbe decisamente più educativo.
La realtà è che ogni ragazzo nell'età adolescenziale rompe di netto il
dialogo con i genitori, ma nello stesso tempo si trova sommerso di domande e di
certo non può, non vuole, trovare le risposte a casa.
L’autore dell’articolo parla della televisione come mezzo di informazione
utilizzato dai giovani, ma oggi si utilizza soprattutto internet, che è senza
censura e fa sì che i giovani cerchino di seguire dei modelli che non
rispecchiano la realtà.
Da qualche anno è scoppiato il boom di face book. Quasi tutti sono
iscritti a questo social-network. E’ utile, ma alcuni adolescenti ne fanno un
uso sbagliato e in questo caso la colpa è dei genitori perché non controllano i
propri figli e così alle volte pubblicano foto indecenti.
Tra le ragazzine iscritte su face book è scoppiata una gara di chi riceve
più “mi piace” in una foto.
In base a quanti “like” ricevi in una foto, si decide se una ragazza è
bella, popolare, e ciò spinge altre ragazzine ad imitarle, diventando così
quello che non sono, che non vogliono essere, ma che la società gli impone di
essere per poter essere accettate dagli altri.
La televisione invece e invasa da reality, da persone che apparentemente
sono sincere, ma che invece recitano solo un copione per far sì che gli
spettatori vogliano diventare come loro.
Noi stiamo levando il tempo alle cose importanti e stiamo dando spazio
alle cose superficiali, cerchiamo le nostre risposte su internet, mentre invece
dovremmo cercarle vicino a noi, nel mondo reale.
La realtà è che le trasmissioni televisive non cambiano, ma cambia la
società, cambiano le persone, che rimangono chiuse in loro stesse ignorando gli
altri, incapaci di comunicare con chi potrebbe dar loro le vere risposte.
PAOLA
COSì SCRIVE ANTONIO S.
Nell’articolo
del Sole 24 Ore del 23 ottobre 1994, intitolato “La discreta violenza del
modello in tv”, l’autore G. Charmet
tratta vari punti riguardanti la fase della adolescenza dei ragazzi.
Nel
primo punto si discute del problema del rapporto tra preadolescente e messaggio
televisivo. Quando il ragazzo sta entrando in un’altra fascia di età, quella
dell’adolescenza, pare che il messaggio televisivo abbia un grande potere.
Quando il preadolescente cerca di rompere i contratti affettivi con familiari e
infanzia, cerca di aprirsi al nuovo mondo composto da nuovi stimoli e relazioni
sociali, e trova delle risposte nei messaggi televisivi, alle sue curiosità e
alla sua esigenza di evasione.
Oltre
a dei messaggi, la tv offre modelli di femminilità e di virilità, di amicizia,
di sessualità e di coppia.
I
ragazzi amano molto questi modelli e cercano di immedesimarsi in essi, avendo
così la certezza di poter compiere una buona entrata nel mondo sociale delle
relazioni.
A
questo è collegata l’educazione sentimentale, a cui, secondo l’autore, non
partecipano la famiglia e la scuola, che al giorno d’oggi non parlano e non
sono in grado di offrire delle figure e dei modelli di riferimento per i
giovani.
Un
altro punto è quello degli ideali di identità di genere irraggiungibili,
considerati dagli psicologi dei persecutori degli adolescenti, poiché sono
degli ideali di femminilità o di virilità perentori e crudeli. Spesso un
adolescente si vergogna del proprio corpo e perciò cerca di mutarlo secondo i
modelli mass mediali.
I
ragazzi sono considerati vittime infelici, e sono molti di più rispetto alle
vittime provocate da film o spettacoli violenti.
Rimedi
a tutto ciò possono essere quelli di fare più attenzione ai messaggi
pubblicitari che influiscono sull’educazione sentimentale. Inoltre la scuola e
la famiglia dovrebbero esercitare delle funzioni ecologiche nei confronti degli
inquinamenti provocati dalla tv nelle menti dei giovani.
L’autore
nella conclusione spiega che lo scopo della pubblicità è quello di raccontare
cose non vere pur di vendere il prodotto, quindi liberandosi di qualsiasi
preoccupazione educativa.
L’autore dell’articolo vuol dire che oggi i
ragazzi sono influenzati da tutto ciò che vedono in tv e cercano di apparire
proprio come i ragazzi della televisione, facendosi coinvolgere e spesso
spendendo soldi e mettendosi complessi mentali.
Tutto ciò dovrebbe essere tutelato dalla
scuola e dalla famiglia che dovrebbero rieducare i ragazzi.