domenica 6 novembre 2011

PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE PATRIMONIO CULTURALE E NATURALE DELL'UMANITA' UNESCO


Parco Nazionale delle “Cinque Terre”
Documenti del Piano del Parco


Nelle Cinque Terre le leggi dell’equilibrio ecosistemico della natura – della stabilità dei suoli, del regime delle acque e della biodiversità – sono state profondamente modificate dall’azione umana.

Gli assetti naturali dei suoli e del drenaggio sono stati trasformati dal sistema dei terrazzamenti che, nel periodo della sua massima estensione, si sviluppava per più mille ettari, cioè, approssimativamente, per circa un terzo del territorio del parco.
Nelle aree terrazzate la vegetazione spontanea è stata sostituita dalle colture agrarie: in percentuale maggiore dalla vite, in misura minore dall’ulivo, in passato anche dalla coltura dei gelsi e poi da quella degli agrumi.
Anche i boschi di castagno sono stati introdotti per integrare le economie agricole locali e fornire il materiale per costruire mobili, attrezzi, i sostegni della vite ed utensili vari, oltre ai prodotti alimentari derivati dalle castagne.

Le trasformazioni sono avvenute con continuità durante tutti i secoli passati, seguendo ed assecondando le diverse necessità economiche che sopravvenivano all’interno della comunità.

 All’equilibrio degli ecosistemi della natura 
è stato sostituito un nuovo equilibrio, 
più complesso, e quindi più delicato, 
degli ecosistemi in cui la natura interagisce 
con gli artefatti realizzati dall’uomo.

Tuttavia, mentre il primo ha una sua stabilità indipendentemente dalla presenza dell’uomo, il secondo, se questa viene meno, degenera fino al collasso.

La (ri)naturalizzazione degli artefatti

Oggi le necessità, che avevano condizionato le trasformazioni e la manutenzione degli ecosistemi terrazzati, non esistono più.
Le economie locali, abbandonando l’agricoltura non più remunerativa, hanno trovato altri sbocchi nel turismo o nei servizi.
Si è in presenza di una tendenza generalizzata all’abbandono delle pratiche agrarie.
Con il venir meno della manutenzione del territorio, ad esse legata, si assiste al contrarsi degli ecosistemi agricoli e all’involuzione della stabilità ecologica. Le regole che hanno governato i processi di antropizzazione del territorio sono disattese e le leggi della natura tendono a riprendere il loro corso eliminando artefatti, terazzamenti e colture agrarie.

La natura, prima di ristabilizzarsi su nuovi equilibri, 
richiede un tempo di assestamento 
durante il quale aumenta in maniera rilevante 
il rischio legato ai dissesti idrogeologici ed agli incendi.

Affinché ciò non accada anche il processo di rinaturalizzazione va guidato.
Il venir meno della presenza dell’uomo ha avuto quale effetto l’attivarsi di fenomeni catastrofici, che, se non saranno presi provvedimenti, causeranno anche la perdita dell’identità locale, ed, in ultimo, provocheranno la scomparsa di quel paesaggio, che oggi serve da richiamo per l’economia del turismo.


Convenzione UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale e naturale dell’umanità

Nel 1972 la Conferenza generale dell’UNESCO ha adottato la

“Convention concerning the protection of World Cultural and Natural Heritage”.

Obiettivo della convenzione è quello di identificare il patrimonio culturale e naturale di “riconosciuto valore universale”.

Dal momento che la Convenzione distingueva solo le due categorie dei beni di valore naturale e di quelli di valore culturale, non vi erano meccanismi per riconoscere i siti il cui valore era dovuto all’effetto dell’interazione tra i fenomeni naturali ed i fenomeni culturali.

Per questa ragione nel 1992 fu inserita, nella lista dei siti appartenenti al patrimonio mondiale dell’umanità, anche la terza categoria dei “paesaggi culturali”.

La motivazione, da parte del Comitato del Patrimonio mondiale dell’iscrizione delle Cinque Terre come “paesaggio culturale”, recita: 

“La riviera ligure orientale delle Cinque Terre è un paesaggio culturale di valore eccezionale, che rappresenta l’armoniosa interazione stabilitasi tra l’uomo e la natura per realizzare un paesaggio di qualità eccezionale, che manifesta un modo di vita tradizionale millenario e che continua a giocare un ruolo socioeconomico di primo piano nella vitta della comunità”.


Il paesaggio delle Cinque Terre appartiene, inoltre, alla sottocategoria del “paesaggio vivente”, che è definito come quello che “mantiene un ruolo sociale attivo nella società contemporanea, in stretta associazione con i modi tradizionali di vita, e nel quale il processo evolutivo è ancora attivo.

Infatti il paesaggio manifesta non solo l’evidenza materiale delle sue forme, ma anche la loro evoluzione nel tempo”.

Negli orientamenti per l’attuazione della Convenzione del patrimonio
mondiale si afferma che

 “i paesaggi culturali” manifestano l’evoluzione della società e dell’insediamento umano nei secoli, sotto l’influsso dei condizionamenti o dei vantaggi posti dall’ambiente naturale e dalle forze sociali, economiche e culturali, sia interne che esterne”. Essi
rappresentano il risultato dell’azione combinata della natura e dell’uomo e ricoprono una grande varietà di manifestazioni del rapporto tra gli uomini ed il loro ambiente naturale."

Alle Cinque Terre è stato riconosciuto il valore universale eccezionale, in base alla loro “rappresentatività di una regione geo-culturale chiaramente definita ed alla capacità e di rappresentare gli elementi culturali essenziali e distintivi di tale regione”. 
 Il paesaggio delle Cinque Terre, appartenendo al patrimonio mondiale dell’umanità, risponde a criteri di integrità e d’autenticità, che si manifestano nei caratteri di specificità e nelle componenti distintive delle forme del paesaggio agrario, caratterizzato dall’insediamento rurale e dai terrazzamenti sostenuti da muri a secco”.
In quanto “paesaggio culturale” di formazione agricola, riflette sia le
tecniche di utilizzo sostenibile dei suoli, che hanno preso in
considerazione le caratteristiche ed i limiti dell’ambiente naturale,
determinando forme uniche e peculiari del paesaggio, sia una specifica relazione spirituale con la natura, che è la matrice dell’identità culturale delle comunità locali.
Vi si afferma, inoltre, che la protezione dei paesaggi agrari tradizionali può contribuire alle moderne tecniche di utilizzo sostenibile dei suoli ai fini di uno sviluppo in grado di conservare o di migliorare anche i valori naturali, dal momento che la permanenza di forme tradizionali di agricoltura sostiene la biodiversità in molte regioni del mondo. Di conseguenza, la protezione del paesaggio agrario tradizionale, caratterizzato dai muretti a secco e dalla coltivazione della vite, è utile anche per mantenere la biodiversità.

La legge istitutiva del parco nazionale
Nel 1999 è stato istituito il parco nazionale delle Cinque Terre. 
Il piano del parco, anche in accordo a quanto proposto dalle linee guida
per i paesaggi culturali della Convenzione del patrimonio mondiale per il
“piano di conservazione”, ha posto molta attenzione a riconoscere e
distinguere i valori naturalistici ed i valori storico culturali, avendo ben
presente che nelle Cinque Terre sono soprattutto questi ultimi a
determinare anche i valori paesaggistici.


VEDI ANCHE QUESTA BELLA STORIA DELLA LOCALITA' "LA FRANCESCA"
CHE PUR AVENDO SCOPI DI ATTRAZIONE TURISTICA E' COMUNQUE INTERESSANTE PERCHE' CONTIENE APPROFONDITE NOTIZIE STORICHE E DELICATE SUGGESTIONI DI MEMORIE PERSONALI DELL'AUTRICE


MA SE I RISULTATI DEL PIANO DEL PARCO , DELLE RACCOMANDAZIONI DELL'UNESCO E DELL'INTERESSE E DELL'ORGOGLIO DELL'ITALIA AD AVERE TALI RICONOSCIMENTI A LIVELLO MONDIALE SONO QUELLI DI VEDERE OGNI ANNO DI PIU' ABBANDONATI E DEGRADATI TALI TERRITORI, TAGLIATI I FONDI PER FAR FRONTE AL DISSESTO IDROGEOLOGICO, DISATTESI I PIANI DI RIPOPOLAMENTO DEL TERRITORIO, LASCIATI ALL'INCURIA I TERRAZZAMENTI, LASCIATI SOLI I POCHI AGRICOLTORI RIMASTI E A MARCIRE NEL FANGO I PICCOLI BORGHI ....LASCIAMO PURE CHE IL DILUVIO ARRIVI.... NEANCHE UN NOE' CHE COSTRUISCA UN'ARCA SI VEDE PERO'....SULLA CIMA DEL MONTE MAGGIORASCA