Femminicidio
di Barbara Leda Kenny
05/06/2013
05/06/2013
Come nasce, e cosa significa, la parola "femminicidio"
Il movimento delle donne ha fortemente spinto affinchè il termine "femminicidio" (o "Femmicidio"), che ultimamente nelle cronache sentiamo tanto, si affermasse nel discorso pubblico. Ma da dove viene? Siamo andate a studiare tra gli scritti di Barbara Spinelli, una giurista di Bologna che da anni, attraverso il suo blog, fornisce informazioni e con altre giuriste e associazioni porta avanti una battaglia per il riconoscimento del femminicidio Come violazione dei diritti umani.
Il termine (femicide) è stato diffuso per la prima volta da Diana Russell che, nel 1992, nel libro Femicide: The Politics of woman killing, attraverso l’utilizzo di questa nuova categoria criminologica, molto tempo prima di avere a disposizione le indagini statistiche che ci confermano ancora oggi questo dato, “nomina” la causa principale degli omicidi nei confronti delle donne: una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna». “Il concetto di femmicidio si estende al di là della definizione giuridica di assassinio ed include quelle situazioni in cui la morte della donna rappresenta l'esito/la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine.”
La teoria di Diana Russell diviene universalmente nota ed utilizzata da numerose scienziate per analizzare le varie forme di femminicidio (delitto d’onore, lesbicidio, ecc.).
Nello specifico, viene ripresa dalle sociologhe, antropologhe e criminologhe messicane per analizzare i fatti di Ciudad Juarez, e viene adattata a descrivere non solo le uccisioni di genere ma ogni forma di violenza e discriminazione contro la donna “in quanto donna”.
Femminicidio (feminicidio) è per Marcela Lagarde «La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine -maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria, istituzionale- che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia».
Quando parliamo di femminicidio quindi non stiamo semplicemente indicando che è morta una donna, ma che quella donna è morta per mano di un uomo in un contesto sociale che permette e avalla la violenza degli uomini contro le donne. Inoltre, quando parliamo di femminicidio, parliamo del culmine di una violenza che non esplode all’improvviso, ma che l’aggressore ha già rivolto contro quella o altre donne in molte altre forme. Per esempio, è più che verosimile che un marito che uccide la moglie l’abbia vessata per anni, che a monte della separazione da un ex che poi “uccide per gelosia” ci sia una fuga dalla violenza di quest’ultimo, ecc.
In Messico dove il discorso sui femminicidi è più radicato una Commissione Speciale parlamentare che, per un arco temporale di dieci anni, ha rielaborato le informazioni reperite presso varie istituzioni (procure generali, ONG, istituzioni di donne e di statistica, Corte suprema, organizzazioni civili, giornali) verificando che l’85% dei femminicidi messicani avviene in casa per mano di parenti, e che riguardava non soltanto le donne indigene ma anche studentesse, impiegate, donne di media borghesia. Ogni stato del Messico è stato mappato: dati ufficiali e dati delle ONG, situazione legislativa, misure adottate per il contrasto alla violenza di genere, numero di progetti sul territorio indirizzati alle donne e di centri antiviolenza.Il risultato? Hanno verificato che il 60% delle vittime di femminicidio aveva già denunciato episodi di violenza o di maltrattamento.
In Italia purtroppo siamo lontani dall’avere una fotografia della realtà. Non vengono prodotte statistiche, non c’è un rilievo dei dati, spesso non viene neanche prodotta informazione. L’indagine Istat del 2007 dava numeri allarmanti, che avrebbero dovuto richiedere non solo interventi capillari di prevenzione e contrasto, ma anche un approfondimento del fenomeno. Eppure non abbiamo dati disaggregati per genere né delle vittime né dei perpetratori dei reati collegati alla violenza sulle donne. I numeri delle vittime di femminicidio vengono ricostruiti attraverso la cronaca e non forniti da fonti ufficiali attraverso un rilievo sistematico. Numeri quindi, che sono molto probabilmente sottostimati, visto che non tutte le vittime passano per la cronaca, e comunque suscettibili di essere influenzati dalla diversa sensibilità e percezione dei media nel tempo. E, soprattutto, non abbiamo un’idea del variare nel tempo del fenomeno, visto che dal 2007 non sono state fatte ulteriori indagini con la stessa metodologia.
Per saperne di più:
Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale di Barbara Spinellihttp://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?ID=16034&Tipo=Libro
Amore e violenza. Il fattore molesto della società di Lea Melandri http://www.bollatiboringhieri.it/scheda.php?codice=9788833921945
Ginocidio http://www.eleuthera.it/scheda_libro.php?idlib=211 di Daniela Danna
Amorosi Assassini
http://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842085140 di Addis Saba, Cristiana di San Marzano, Elena Doni, Paola Gaglianone, Claudia Galimberti, Elena Gianini Belotti, Lia Levi, Dacia Maraini, Maria Serena Palieri,Francesca Sancin, Mirella Serri, Simona Tagliaventi, Chiara Valentini
L'ho uccisa perché l'amavo Falso! di Loredana Lipperini e Michela Murgia http://www.laterza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1097&Itemid=101
Ferite a morte di Serena Dandini http://www.feriteamorte.it/
Il deserto delle morti silenziose di Alicia gaspar de Alba http://www.lanuovafrontiera.it/catalogo/liberamente/item/66-il-deserto-delle-morti-silenziose
Il femminicidio in Italia nell’ultimo decennio, Eures 2012