lunedì 13 aprile 2009

DISABILITA' E LAVORO



Cgil, 15 casi di discriminazione al giorno


"Un'Italia a due velocità e tanta arretratezza culturale".
Se la legge sull'inserimento lavorativo delle persone disabili
"è buona, è l'applicazione pratica che non funziona, soprattutto al Sud".
Il commento di Nina Daita, responsabile nazionale delle Politiche della disabilità di Cgil.


ROMA - All'Ufficio politiche della disabilità di Cgil arrivano, in media, 15 casi di discriminazione al giorno. A raccontare questa faccia del sindacato è Nina Daita, responsabile nazionale delle Politiche della disabilità di Cgil.




"In genere riceviamo una decina di e-mail più 4 o 5 telefonate al giorno. Si tratta di persone che arrivano sul posto di lavoro e vengono ‘emarginate' o a cui non viene dato nulla da fare - dice -.
La situazione peggiore riguarda le donne.
Allora, come sindacato, verifichiamo il caso, contattiamo le rsu dell'azienda ‘incriminata' e, se è necessario, intraprendiamo le vie legali.
A volte basta che Cgil si muova per far capire alle imprese che al proprio interno hanno una persona che è in grado di lavorare".





"Non è la legge sull'inserimento lavorativo delle persone disabili ad essere sbagliata, anzi è una delle migliori d'Europa perché si basa su percorsi individuali, ma è la sua applicazione pratica che non funziona, soprattutto al Sud. E così, anche in questo settore, si crea un'Italia a due velocità. Laddove le risorse scarseggiano e le istituzioni latitano il collocamento mirato non può non seguire le sorti dei territori a cui è demandato - continua Nina Daita -.
A tutto questo si deve poi aggiungere il discorso dell'arretratezza culturale del nostro Paese:
ma questo vale nel lavoro, come nella scuola e nella vita di tutti i giorni".
Per informazioni sui diritti delle persone disabili nel mondo del lavoro: http://www.cgil.it/ufficiohandicap/ (Michela Trigari)
(22 febbraio 2009)