lunedì 13 aprile 2009

DISABILITA' E DIVERSITA'







“La barriera non è la disabilità stessa,
ma una combinazione di barriere sociali, culturali, fisiche
che i bambini e gli adolescenti con disabilità incontrano nella loro vita quotidiana.
La strategia per promuovere i loro diritti è adottare le azioni necessarie per rimuovere queste barriere.”






Comitato ONU sui diritti dell’infanzia




Il 21 maggio 2001, 191 Paesi partecipanti alla 54ma Assemblea Mondiale della Sanità hanno accettato la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (International Classification of Functioning, Disability and Health -ICF)

come “standard di valutazione e classificazione di salute e disabilità”.






LE TIPOLOGIE DELLA DISABILITA' SECONDO UNA VECCHIA CLASSIFICAZIONE ERANO:

· Menomazione: qualsiasi perdita o anormalità a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche; essa rappresenta l’esteriorizzazione di uno stato patologico e in linea di principio essa riflette i disturbi a livello d’organo.
· Disabilità: qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a una menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano. La disabilità rappresenta l’oggettivazione della menomazione e come tale riflette disturbi a livello della persona. La disabilità si riferisce a capacità funzionali estrinsecate attraverso atti e comportamenti che per generale consenso costituiscono aspetti essenziali della vita di ogni giorno.
· Handicap: condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio a quella persona (in base all’età, al sesso e ai fattori socio-culturali). Esso rappresenta la socializzazione di una menomazione o di una disabilità e come tale riflette le conseguenze – culturali, sociali, economiche e ambientali – che per l’individuo derivano dalla presenza della menomazione e della disabilità. Lo svantaggio deriva dalla diminuzione o dalla perdita delle capacità di conformarsi alle aspettative o alle norme proprie dell’universo che circonda l’individuo.





A differenza della precedente Classificazione l’ICF
non è una classificazione delle "conseguenze delle malattie"
ma delle "componenti della salute".
In tal senso l’ICF non riguarda solo le persone con disabilità ma tutte le persone proprio perché fornisce informazioni che descrivono il funzionamento umano e le sue restrizioni.
Inoltre, essa utilizza una terminologia più neutrale in cui Funzioni e Strutture Corporee, Attività e Partecipazione vanno a sostituire i termini di menomazione, disabilità e handicap.







L’ICF è suddiviso di due parti principali:
Parte 1 - Funzionamento e Disabilità,
Parte 2: Fattori Contestuali.

Ogni parte è poi composta da due componenti:
Parte 1 - Funzionamento e Disabilità:
  • Funzioni e strutture corporee, comprende due classificazioni una per le funzioni dei sistemi corporei e una per le strutture corporee
  • Attività e Partecipazione, comprende la gamma completa dei domini indicanti gli aspetti del funzionamento da una prospettiva sia individuale che sociale.
Parte 2- Fattori Contestuali:
  • Fattori Ambientali, comprende l’ambiente fisico, sociale e degli atteggiamenti in cui vivono le persone che possono avere un’influenza sulla capacità dell’individuo di eseguire azioni o compiti, o sul suo funzionamento o sulla struttura del corpo.
  • Fattori Personali, sono il background personale della vita e dell’esistenza di un individuo che possono giocare un certo ruolo nella disabilità ma non vengono classificati nell’ ICF.





I DIRITTI DE BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI CON DISABILITA’
Milano, 5 febbraio 2008
Antonio Sclavi, Presidente UNICEF-Italia



L’UNICEF Italia ha deciso di dedicare quest’anno di attività al tema della non discriminazione, uno dei principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell’infanzia.
La Convenzione dedica un intero articolo - il 23 -

al tema della disabilità,

ma qui mi preme sin da subito dichiarare che questa attenzione particolare non deve far dimenticare che i bambini e gli adolescenti con disabilità sono prima di tutto bambini e adolescenti, hanno quindi gli stessi diritti riconosciuti a tutti gli altri minori di diciotto anni.
Con la ratifica da parte dello Stato italiano la Convenzione è diventata una legge.







Dal custodialismo all’inclusione sociale delle persone con disabilita’

Varese, 28 Marzo 2008- Sintesi intervento Dr. Michele Imperiali


Evoluzione dei diritti e delle politiche sociali
La convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (2007) ha rivoluzionato l’approccio alla persona con disabilità,

proponendo un modello finalmente impostato secondo i valori universali dei diritti umani di tutte le persone

Integrazione ! No grazie
Vi sono 3 concetti per spiegare l’evoluzione del rapporto

tra rispetto dei diritti delle persone con disabilità e approcci della società nel garantirne la forma della loro

partecipazione alla vita sociale.



Concetti, su cui il dibattito internazionale ed i più recenti documenti delle Nazioni Unite hanno chiarito il senso:


INSERIMENTO: è l’approccio che riconosce il diritto delle persone con disabilità ad avere un posto nella società, ma che si limita ad inserirle in un posto spesso separato dalla società (per es. un istituto o una classe speciale) o in una situazione passiva (quello che nel movimento delle persone con disabilità chiamiamo tappezzeria). La decisione su “dove” debbano vivere e “come” debbano essere trattate non è presa dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie, nel caso non possano rappresentarsi da sole
INTEGRAZIONE: è il processo che garantisce alle persone con disabilità il rispetto dei diritti all’interno dei luoghi ordinari, senza però modificare le regole e i principi di funzionamento della società e delle istituzioni che li accolgono. Vi è dietro questa impostazione ancora una lettura basata sul modello medico della disabilità (tali persone sono malate, invalide, limitate e la disabilità viene considerata una condizione soggettiva causata dalle minorazioni; le persone con disabilità vanno tutelate sulla base di un intervento speciale, vedi per es. insegnante di sostegno). Prevale l’idea che le persone con disabilità siano speciali e vadano sostenute attraverso interventi prevalentemente tecnici.
INCLUSIONE: è il concetto che prevale nei documenti internazionali più recenti.

La persona con disabilità è considerata cittadino

a pieno titolo e quindi titolare di tutti i diritti

come gli altri cittadini.


Viene però riconosciuto che

la società si è organizzata in maniera tale da creare ostacoli, barriere e discriminazioni, che vanno rimosse e trasformate.

La persona con disabilità entra quindi nella comunità con pieni poteri e ha il diritto di partecipare alle scelte su come la società si organizza, sulle sue regole e sui principi di funzionamento