giovedì 4 marzo 2010

DIFFERENTI DIVERSI UGUALI

Fin che il "diverso" vive la sua "diversità" in silenzio, chiuso nel ghetto mentale che gli viene assegnato, tutto va bene: e tutti si sentono gratificati dalla tolleranza che gli concedono. Ma se appena egli dice una parola sulla propria esperienza di "diverso", oppure, semplicemente, osa pronunciare delle parole "tinte" dal sentimento della sua esperienza di "diverso", si scatena il linciaggio, come nei più tenebrosi tempi clerico-fascisti. Lo scherno più volgare, il lazzo più goliardico, l’incomprensione più feroce lo gettano nella degradazione e nella vergogna.


[Io sono come un negro, vogliono linciarmi, di Pier Paolo Pasolini in "Il Mondo", 20 marzo 1975, poi in Id., Paragrafo terzo: ancora sul tuo pedagogo, in Lettere luterane (Gennariello, trattatello pedagogico), Einaudi, Torino 1976].


Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.