domenica 7 marzo 2010

dal web un post in nome del rispetto delle regole e della democrazia (quella vera!!!! cioè la legge à uguale per tutti!!!!)

Ex voto. In memoria dello stato di diritto


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Dopo una settimana in cui l’Italia – pur privata dell’informazione politica in televisione – ha scoperto che i partiti al governo fanno firmare i morti, raccolgono firme a matita e senza autentica, cambiano le liste elettorali dopo che sono state sottoscritte e pretendono di depositarle quando i termini sono scaduti; e che per questo la maggioranza accusa i magistrati e l’opposizione, i candidati evocano la prova di forza nelle piazze, il ministro della Difesa dichiara di «essere pronto a tutto» pur di opporsi alle decisioni della magistratura, e il governo vara un decreto legge per sanare solo le violazioni della propria parte politica, quale altro stupro al senso di legalità – al senso di democrazia – si sarebbe potuto aggiungere?
La firma del presidente della Repubblica a quel decreto. E infatti Paul von Hindenburg ha immediatamente firmato. Eppure avrebbe dovuto essere al corrente dell’evidente incostituzionalità dell’atto che stava avallando: anzitutto, l’articolo 117 della Costituzione attribuisce alle Regioni la competenza esclusiva in materia in legge elettorale regionale. In secondo luogo, l’articolo 72 prevede per la disciplina elettorale la riserva di legge formale d’assemblea, cosa che esclude perentoriamente la possibilità di ricorrere alla decretazione d’urgenza per regolare questa materia.
Si tratta di elementi di incostituzionalità così macroscopici che saltano all’occhio persino a chi come me non ha una formazione giuridica. E allora, presidente Napolitano, come mai la sua firma è in calce al decreto? Ha firmato senza leggerlo? Le è sfuggito che la palese incostituzionalità degli atti è ragione sussistente per non emanarli e che tale verifica è compito precipuo della carica che ricopre? Ha scelto di esimersi dal controllo di costituzionalità, piegando a discutibili ragioni di opportunità le prerogative del Capo dello Stato? Ritiene che l’annullamento a posteriori delle elezioni per incostituzionalità del decreto che ha scelto di firmare possa preservare il Paese dalle prove di forza della piazza e da minacce analoghe a quelle fatte stavolta da chi controlla le Forze Armate?
In generale, qual è la soglia sino alla quale ritiene accettabile sacrificare lo stato di diritto per assecondare il disprezzo delle leggi da parte della destra al governo?
Non posso che fare mie le parole del presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, che così commenta gli eventi di queste ore:
In questo momento così buio per la vita democratica italiana, esprimo la mia solidarietà a chi rispetta le regole, a chi paga le multe, a chi versa correttamente le tasse, a chi si ferma al rosso. Insomma esprimo la mia solidarietà alle persone perbene.

sabato 6 marzo 2010 nicolabel