Sono trascorsi 94 anni da quel 7 Novembre 1917 che segnò
l'inizio di una nuova era per tutta l'umanità.
7 novembre 1917 in Italia (data del calendario Gregoriano) , 25 ottobre 1917 in Russia secondo il calendario Giuliano.
7 novembre 1917 in Italia (data del calendario Gregoriano) , 25 ottobre 1917 in Russia secondo il calendario Giuliano.
Non era solamente il proletariato Russo che sconfiggeva,
per la prima volta nella storia dell'umanità,
il potere dominante,
il potere dominante,
ma si manifestava con un segno indelebile la necessità
storica ed ineludibile
storica ed ineludibile
dei Proletari, degli Oppressi e degli Sfruttati
del mondo intero,
del mondo intero,
di riscattare dalla loro posizione di classe la dignità
del lavoro salariato.
del lavoro salariato.
Allora, volgendo il loro pensiero ai rivoluzionari bolscevichi e
al loro partito
al loro partito
Il 18 Febbraio (o 3 Marzo secondo il calendario moderno) 1917 nelle officine Putilov di Pietrogrado scoppiò uno sciopero ad oltranza: per ritorsione tremila operai furono licenziati. Gli scioperi di protesta si estesero a quel punto a valanga in tutte le altre industrie della capitale e il 23 Febbraio fu proclamato lo sciopero generale. Lo Zar Nicola II informato nel suo quartier generale a Mogilev degli avvenimenti, non rendendosi conto dell'enorme portata della protesta, diede l'ordine al generale Chabalov di “liquidare l'indomani stesso i disordini della capitale”.
Il 26 Febbraio un reparto del reggimento della guardia di Volinia aprì il fuoco sulla prospettiva Nevskij, dove era in corso una dimostrazione. Sessanta tra uomini e donne caddero morti sulla piazza: fu la scintilla che innescò la rivoluzione.
Il 26 Febbraio un reparto del reggimento della guardia di Volinia aprì il fuoco sulla prospettiva Nevskij, dove era in corso una dimostrazione. Sessanta tra uomini e donne caddero morti sulla piazza: fu la scintilla che innescò la rivoluzione.
La Russia, stremata da tre anni di guerra, si rese conto ben presto che le speranze di cambiamento riposte nel nuovo governo borghese erano rimaste tradite.
Lenin tornò in patria nell'aprile del 1917 ed espose alla conferenza del partito bolscevico le sue Tesi del 4 Aprile chiedendo che il proletariato abbattesse il governo provvisorio e affidasse “Tutto il potere ai soviet!”,
ma i menscevichi del governo provvisorio non lo presero sul serio.
Intanto però cresceva nelle campagne e tra le truppe l'odio contro Kerenskij, ministro della guerra, e aumentavano le simpatie per i bolscevichi che promettevano la pace.
Il 3 (16) luglio 1917 i dimostranti si recarono alla sede del partito bolscevico chiedendo l'immediato abbattimento del governo provvisorio e il passaggio dei poteri ai consigli degli operai e dei soldati.
Trotzki organizzò la rivolta guidando la neonata Guardia Rossa.
TROTZKI
Ma l'entusiasmo popolare si spense all'arrivo dei soldati della guardia fedeli al governo, i quali dispersero la folla e repressero la rivolta.
Il presidente del consiglio, il principe Lvov, emise mandati d'arresto contro tutti i capi del partito bolscevico. La sede del partito fu occupata, la redazione e la tipografia del giornale bolscevico Pravda devastate.
Lenin riuscì a fuggire in Finlandia travestito da operaio.
Dall'esilio riuscì ad organizzare la protesta dei bolscevichi in patria, i quali scatenarono a Mosca uno sciopero al quale aderirono quattrocentomila persone. Il popolo, stanco della guerra, chiedeva terra e pace.
Ma il piano del generale trapelò anzitempo, suscitando irritazione e sdegno tra la popolazione.
Kerenskij che aveva appoggiato Kornilov solo nella speranza di avere un alleato contro il pericolo bolscevico, lo accusò di alto tradimento. Il generale Kornilov si rifiutò di deporre il comando e ordinò al generale Krymov di marciare su Pietrogrado alla testa di un corpo di cavalleria.
Nella capitale Kerenskij perse la testa, dimostrandosi incapace di opporre la benché minima resistenza al tentativo di colpo di stato di Kornilov.
Il partito bolscevico prese in mano la situazione: insediò un consiglio di guerra in difesa della capitale, venticinquemila operai aderirono alla Guardia Rossa, vennero assemblati quasi duecento cannoni ed armati altri cinquemila operai.
Il generale Krymov si arrese a Kerenskij ed il colpo di stato di Kornilov fallì.
Lenin rientrò di nascosto a Pietroburgo il 10 (23) ottobre 1917 per orientare e guidare il comitato centrale alla conquista del potere. Due giorni dopo fu creato il Comitato Militare Rivoluzionario sotto la presidenza di Trotzki.
La sera del 24 ottobre (6 novembre) 1917 Lenin si recò all'istituto Smolnyi per organizzare la presa del potere: durante la notte le guardie rosse ed i soldati occuparono senza incontrare resistenza i ministeri, la banca nazionale, la centrale telefonica, le stazioni ferroviarie e tutti gli altri punti nevralgici di Pietrogrado.
Kerenskij riuscì a fuggire dalla capitale ma gli altri membri del governo provvisorio rimasero chiusi nel Palazzo d'Inverno nell'attesa disperata quanto vana dell'intervento dell'esercito.
Gli insorti accerchiarono l'edificio ed intimarono al governo di arrendersi entro mezz'ora, in caso contrario le navi da guerra avrebbero aperto il fuoco dei loro cannoni.
L'ultimatum non ebbe risposta e due ore dopo una cannonata a salve, partita dall'incrociatore Aurora provocò una sparatoria tra le due parti. Gli insorti penetrarono nel palazzo e in poco tempo disarmarono gli ufficiali.
Il 7 novembre (25 ottobre) 1917 nasceva l'UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOVIETICHE
ma i menscevichi del governo provvisorio non lo presero sul serio.
Intanto però cresceva nelle campagne e tra le truppe l'odio contro Kerenskij, ministro della guerra, e aumentavano le simpatie per i bolscevichi che promettevano la pace.
Il 3 (16) luglio 1917 i dimostranti si recarono alla sede del partito bolscevico chiedendo l'immediato abbattimento del governo provvisorio e il passaggio dei poteri ai consigli degli operai e dei soldati.
Trotzki organizzò la rivolta guidando la neonata Guardia Rossa.
TROTZKI
Ma l'entusiasmo popolare si spense all'arrivo dei soldati della guardia fedeli al governo, i quali dispersero la folla e repressero la rivolta.
Il presidente del consiglio, il principe Lvov, emise mandati d'arresto contro tutti i capi del partito bolscevico. La sede del partito fu occupata, la redazione e la tipografia del giornale bolscevico Pravda devastate.
Lenin riuscì a fuggire in Finlandia travestito da operaio.
Dall'esilio riuscì ad organizzare la protesta dei bolscevichi in patria, i quali scatenarono a Mosca uno sciopero al quale aderirono quattrocentomila persone. Il popolo, stanco della guerra, chiedeva terra e pace.
Il generale Kornilov, nominato comandante supremo dell'esercito, nell'illusione di annientare i bolscevichi e liquidare i soviet degli operai e dei soldati, il 19 Agosto (1 settembre) 1917 abbandonò Riga ai tedeschi e lasciò aperte al nemico le porte di Pietrogrado, per dirigere le proprie truppe contro la capitale, con l'intento di assumere il potere assoluto, con la complicità di Kerenskij che doveva proclamare lo stato d'assedio.
Ma il piano del generale trapelò anzitempo, suscitando irritazione e sdegno tra la popolazione.
Kerenskij che aveva appoggiato Kornilov solo nella speranza di avere un alleato contro il pericolo bolscevico, lo accusò di alto tradimento. Il generale Kornilov si rifiutò di deporre il comando e ordinò al generale Krymov di marciare su Pietrogrado alla testa di un corpo di cavalleria.
Nella capitale Kerenskij perse la testa, dimostrandosi incapace di opporre la benché minima resistenza al tentativo di colpo di stato di Kornilov.
Il partito bolscevico prese in mano la situazione: insediò un consiglio di guerra in difesa della capitale, venticinquemila operai aderirono alla Guardia Rossa, vennero assemblati quasi duecento cannoni ed armati altri cinquemila operai.
Il generale Krymov si arrese a Kerenskij ed il colpo di stato di Kornilov fallì.
Lenin rientrò di nascosto a Pietroburgo il 10 (23) ottobre 1917 per orientare e guidare il comitato centrale alla conquista del potere. Due giorni dopo fu creato il Comitato Militare Rivoluzionario sotto la presidenza di Trotzki.
La sera del 24 ottobre (6 novembre) 1917 Lenin si recò all'istituto Smolnyi per organizzare la presa del potere: durante la notte le guardie rosse ed i soldati occuparono senza incontrare resistenza i ministeri, la banca nazionale, la centrale telefonica, le stazioni ferroviarie e tutti gli altri punti nevralgici di Pietrogrado.
Kerenskij riuscì a fuggire dalla capitale ma gli altri membri del governo provvisorio rimasero chiusi nel Palazzo d'Inverno nell'attesa disperata quanto vana dell'intervento dell'esercito.
Gli insorti accerchiarono l'edificio ed intimarono al governo di arrendersi entro mezz'ora, in caso contrario le navi da guerra avrebbero aperto il fuoco dei loro cannoni.
L'ultimatum non ebbe risposta e due ore dopo una cannonata a salve, partita dall'incrociatore Aurora provocò una sparatoria tra le due parti. Gli insorti penetrarono nel palazzo e in poco tempo disarmarono gli ufficiali.
Il 7 novembre (25 ottobre) 1917 nasceva l'UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOVIETICHE
http://1917.org/