Napolitano ricorda il sacrificio di Borsellino e invita tutti a intensificare la lotta alle mafie
PALERMO Alle 16.58, in via D'Amelio, è stato osservato un minuto di silenzio in memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta uccisi il 19 luglio del 1992.
www.iltempo.it/2011/07/20/
Presenti i giovani del movimento «Agende rosse», che hanno brandito simbolicamente quello che è l'emblema della ricerca della verità sulle responsabilità della strage. Insieme a loro anche i fratelli del giudice Borsellino, Salvatore e Rita, il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. «A diciannove anni di distanza - ha scritto il Capo dello Stato - il sacrificio di Paolo Borsellino richiama la magistratura, le forze dell'ordine e le istituzioni tutte a intensificare l'azione di contrasto delle mafie». A Palermo si sono recati il ministro Maroni e il presidente della Camera Fini. Presente anche una delegazione della commissione Cultura e istruzione del Parlamento europeo guidata dall'onorevole Marco Scurria.www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/19/
I giorni che intercorsero tra il 23 maggio e il 19 luglio 1992 videro un uomo morto che ne aspettava la certificazione. Lo sapevano tutti, lui per primo. Antonio Ingroia, a Tuttinpiedi!, ha dato una volta di più testimonianza di quanto Paolo Borsellino stesse come ultimo passero sul ramo: come foglia che cade.
In memoria di Paolo Borsellino
Nell’Italia dei malfattori
e delle cricche si oltraggia
la memoria dei servitori dello Stato
che hanno pagato con la vita
la dedizione al bene comune.
Nella Repubblica dei dossier
e dei complotti le canaglie di sempre
tramano per sovvertire la democrazia
delle persone oneste che si indignano.
Oggi i professionisti dell’antimafia
si appellano alla legalità con un giustizialismo feroce
per regolare i conti con l’avversario politico.
Qualche sciacallo si confonderà tra la gente comune
in via D’Amelio, dove diciotto anni fa
un uomo giusto e la sua scorta sono stati massacrati
dalla mafia e dagli omissis delle istituzioni.
Nicola Vacca