LA LIBERAZIONE
Gli Alleati sono bloccati sulla Linea Gotica, che taglia la penisola da est ad ovest all’altezza della Toscana,
Solo all’inizio della primavera il generale Alexander lancia l’offensiva finale: il 21 aprile gli anglo-americani entrano a Bologna e si aprono definitivamente la strada verso la valle del Po.
Le bande partigiane, contemporaneamente, attaccano le città ancora occupate, dove la popolazione civile insorge contro i nazisti e i fascisti. Entro il 25 aprile i centri maggiori (Milano, Bologna, Genova, Venezia) vengono liberati, alcuni giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate.
L’ultimo atto del fascismo è il tentativo di fuga prima e la fucilazione poi di Benito Mussolini.
All’inizio dell’insurrezione di Milano il dittatore è ancora in città e, di fronte al precipitare degli eventi, tenta di concordare col Comitato di liberazione nazionale una resa onorevole. I dirigenti del Cln-Ai però sono irremovibili nel pretendere la resa senza condizioni. Mussolini allora decide la fuga, travestito da soldato tedesco e sotto la scorta delle SS, verso la Svizzera (col progetto di riparare poi in Spagna, ancora governata dal generale Franco).
Giunto nei pressi della frontiera, però, a causa delle difficoltà di superare il confine, il gruppo si unisce a un distaccamento tedesco in ritirata.
A Dongo il dittatore viene riconosciuto e catturato da un gruppo di partigiani.